Dopo l’ultima seduta del Consiglio Comunale a San Filippo del Mela i quattro Consiglieri Silvia Di Giovanni, Pippo De Mariano, Caterina Sgrò e Felice Bartolone si ritengono soddisfatti per l’importante risultato ottenuto all’unanimità, a tutela della prioritaria salvaguardia della salute pubblica e dell’ambiente non dimenticando tuttavia la problematica occupazionale. La proposta approvata arriva proprio a distanza di due mesi esatti dalla richiesta avanzata informalmente al Sindaco Pasquale Aliprandi: era infatti il 02 febbraio allorquando il Capogruppo Di Giovanni e il suo Vice Bartolone rappresentavano allo stesso durante un sano e costruttivo colloquio chiarificatore che la protesta da parte delle Associazioni e Comitati Ambientalisti, degli stessi lavoratori e dell’intera cittadinanza del comprensorio del Mela, aveva raggiunto livelli preoccupanti. I Consiglieri rappresentavano in quella sede pure che gli effetti nocivi, inerenti la combustione del CSS, erano ormai di dominio pubblico e che per tali ragioni, i tempi erano divenuti ormai maturi per affrontare l’intera questione in Consiglio Comunale per fissare dei chiari paletti rispetto l’idea progettuale riguardante la riconversione della CTE di Archi, sempre manifestata dalla società a2a. Le intenzioni dei quattro Consiglieri, seguite negli ultimi due mesi da ulteriori e costanti prese di posizioni all’interno del gruppo di maggioranza, sono state tuttavia sopraffatte dalla prioritaria strategia politica attendista – non pronunciarsi senza che sia stato presentato un progetto – sempre mantenuta dall’Amministrazione Comunale Filippese, nonostante l’importante incontro tenutosi in data 11 marzo nell’aula Consiliare tra tutti i Consiglieri, il Sindaco, la Giunta Municipale e i dirigenti Edipower, dove è stata illustrata la reale idea progettuale, che da lì a poco sarebbe stata riproposta dalla società a2a/Edipower presso l’Assessorato Regionale Attività Produttive. Nonostante le numerose criticità ed elementi negativi, emersi in quella sede da quell’idea progettuale, a discapito della salute pubblica e dell’ambiente, ancora una volta, è prevalsa la strategia attendista dell’Amministrazione: difatti, anziché pianificare con carattere di urgenza riunioni di maggioranza, incontri col gruppo di minoranza, gruppi di lavoro per redigere proposte di deliberazioni, conferenze dei Capigruppo, sedute di Consiglio Comunale etc., tale strategia ha dato priorità ad accogliere un invito della società a2a, rivolto ad una delegazione del Comune di San Filippo del Mela, teso a visitare il proprio termovalorizzatore di Acerra. Subito dopo si sarebbe dovuto organizzare altresì un incontro pubblico con tutti i Sindaci dichiaratisi a quella data, contrari al CSS, le associazioni e comitati ambientalisti, esperti della materia; ma nessuna concreta intenzione di trattare la delicata questione Edipower in Consiglio Comunale, nonostante i nuovi e drammatici elementi emersi l’11 marzo, bensì solo propositi aleatori. Da qui l’idea dei quattro Consiglieri di ufficializzare, dopo tante attese, le loro intenzioni; a tal proposito, il 16 è stata presentata al Presidente del Consiglio una richiesta di convocazione del Consiglio Comunale, con annessa proposta di deliberazione, precedentemente inviata il 23.02.2015 con e-mail, al Sindaco, alla Giunta Municipale e a tutti i Consiglieri di maggioranza. A detta del Consigliere Bartolone i motivi della frattura con la maggioranza consistono nel non aver più tollerato una strategia attendista, pretestuosa e mirata chissà a quali fini, nonostante la presenza di tutti gli elementi idonei a realizzare una concreta trattazione della delicata vertenza Edipower in Consiglio Comunale. Nonostante tale ulteriore presa di posizione da parte dei quattro, il 18 marzo in sede di tavolo tecnico, istituito all’Assessorato Regionale Attività produttive, il Sindaco e il Presidente del Consiglio, Filippesi, hanno preferito abbandonare
il tavolo anziché assistere all’illustrazione ufficiale del tanto atteso progetto di riconversione. Si arriva così alla data del 26 marzo, in cui è convocata la seduta di Consiglio Comunale, richiesta dai quattro Consiglieri; la proposta di deliberazione di quest’ultimi, nonostante non vi fosse alcun interesse a rivendicare la primogenitura del documento, ma, essendo propensi alla condivisione e al miglioramento di quest’ultimo, è bocciata in accordo tra i sei Consiglieri dell’ex maggioranza e i cinque di minoranza. Con una mossa a sorpresa – certamente ha giocato un ruolo fondamentale anche la pressione dell’opinione pubblica – l’Amministrazione Comunale e tutti gli undici Consiglieri appena menzionati, senza che vi fossero nuovi elementi oltre quelli già conosciuti, hanno deciso di abbandonare la famosa strategia politica attendista sempre adottata, ed in soli tre giorni dalla loro disapprovazione della proposta di deliberazione in argomento, avvenuta quel giorno, hanno redatto e presentato il 30 marzo un’ulteriore proposta di delibera contenente i medesimi principi e le identiche richieste, già proposte dai quattro Consiglieri nella loro proposta respinta tuttavia dagli stessi Consiglieri. Tale proposta, integrata rispetto quella originaria, per un senso di responsabilità e maturità politica, è stata votata anche dai quattro consiglieri, perché riprendeva fedelmente i loro reali principi e le intenzioni. I Consiglieri Silvia Di Giovanni, Pippo de Mariano, Caterina Sgrò e Felice Bartolone, nella seduta di Consiglio di ieri, seppur condividendo nel merito il documento deliberativo, hanno tuttavia sollevato due aspetti non trascurabili: il primo, legato alla loro estromissione, da parte degli undici Consiglieri, estensori dell’ultima proposta deliberativa riguardante la stesura del documento in parola, nonostante i contenuti condivisibili; in secondo luogo è scaturito un ovvio interrogativo, al quale nessuno degli undici Consiglieri nella medesima seduta, hanno saputo dar risposta, cioè: ma se in soli tre giorni – da venerdì 27 alla domenica 29 marzo – gli undici Consiglieri sono riusciti a stilare un documento condivisibile nel merito all’unanimità e senza che vi fossero nuovi elementi, perché non si è pensato di applicare la stessa solerzia già dall’11 marzo? Cioè da quando sono emersi i nuovi elementi, in maniera da poter inserire la medesima proposta, già nella seduta del 26, ed evitare allo stesso tempo, che a distanza di soli sei giorni, fosse convocato un ulteriore Consiglio Comunale con un identico ordine del giorno, e il conseguente sperpero di denaro pubblico? I quattro Consiglieri concludono, dissociandosi dalle notizie di seguito riportate e apparse il 16 marzo sul quotidiano on line OGGI Milazzo, puntualizzando che le prime eventuali contestazioni di incompatibilità nei confronti di alcuni Consiglieri Comunali erano già emerse pubblicamente, nell’agosto 2014 e per tali ragioni ormai di dominio pubblico, quindi facilmente strumentalizzabili congiuntamente ad ulteriori notizie, non fornite certamente da questi quattro Consiglieri, all’organo di stampa a cui ci si rivolge: “…Ai cinque si sarebbero già aggiunti due consiglieri di minoranza Capone e Azzurra Amico i quali si sono apertamente schierati contro l’utilizzo del css..”, “.. Stasera il Sindaco Pasquale Aliprandi avrebbe convocato una riunione di maggioranza al comune. Nel documento presentato dai cinque consiglieri, infatti, c’è una premessa che rischia di provocare non poche polemiche: si chiederebbe di non far partecipare alla seduta i consiglieri Saverio Italiano e Pippo Recupero (anche vice Sindaco). Secondo i firmatari del documento non potrebbero partecipare poiché il primo è dipendente Edipower e l’altro papà di un dipendente e dunque in conflitto d’interesse. Senza di loro il quorum per far passare l’ordine del giorno passerebbe da 15 a 13…”.
Foti Rodrigo