Nel giorno della festa della donna ho il piacere di rivolgere un pensiero affettuoso a Samantha Cristoforetti, prima donna italiana che ha varcato i confini dello spazio.Qualcuno ha immaginato Samantha con le sue emozioni e le sue speranze, in procinto di partire per la missione. Ne ha fornito il ritratto di una donna seria, preparata, motivata con un curriculum di tutto rispetto…A me piace immaginarla al ritorno dalla missione con il suo carico di esperienze e con la soddisfazione di aver realizzato pienamente il suo sogno nel cassetto.
Al di là dei meriti indiscussi, quello che conta di più è il messaggio di cui Samantha è portatrice: bisogna contare sempre sulle proprie forze per realizzare i sogni grandi o piccoli che siano.
Samantha tornata dallo spazio ha una marcia in più , non perché abbia avuto il “privilegio” di compiere un viaggio eccezionale, ma perché ha avuto l’opportunità di osservare il nostro mondo da una navicella che metaforicamente si potrebbe definire un luogo dell’anima attraverso il quale la terra mostra la sua vera bellezza e ciò che la deturpa. Chissà cosa pensano lassù, nello spazio, della violenza perpetrata sulle donne, del mercato delle spose rom , delle spose bambine infibulate del Ciad, delle donne che hanno perso il sorriso, delle donne che stanno ancora lottando per il rispetto e la libertà? Nello spazio non ci sono barriere come non ce ne dovrebbero essere nel cuore di ciascun uomo. Accettare la diversità come ricchezza, coltivare la passione per la ricerca, cercare la verità, mettere al primo posto il rispetto, la tolleranza, la condivisione, valori che, come dice Cicerone, “dovremmo scegliere” se vogliamo essere uomini nel senso più alto del termine. Questa è la lezione di Samantha e a noi, oggi, non resta altro che omaggiarla immaginando che nei momenti di riposo legga i messaggi della posta elettronica adagiata su una nuvola di mimose.
Anna Milici