Per Giuseppe Pettina, Advisor del Consorzio Cassiopea, l’Aeroporto del Mela è un’opportunità strategica per la Sicilia.
Il progetto dell’Aeroporto della Valle del Mela torna al centro del dibattito pubblico, portando con sé nuove prospettive di sviluppo economico e turistico per la Sicilia. Anche gli imprenditori del settore guardano con interesse all’iniziativa, offrendo il proprio contributo e avanzando proposte.
Dopo decenni di discussioni e tentativi falliti, l’idea di realizzare uno scalo nella Piana del Mela, tra i comuni di San Pier Niceto, Pace del Mela e Monforte San Giorgio, riceve un nuovo slancio grazie a diverse iniziative, lettere ufficiali e al coinvolgimento di investitori privati.
A rilanciare l’urgenza di questa infrastruttura è stato Mario Biancuzzo, responsabile degli enti locali della Sesta Municipalità, che ha inviato una lettera al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Nella missiva si sottolinea che l’aeroporto, già approvato in tutte le sedi competenti, rappresenta un’opera strategica per il futuro della Sicilia.
Tra i soggetti interessati a partecipare all’eventuale cordata per la realizzazione dell’opera spicca il Consorzio Cassiopea di Patti, impegnato in una significativa riconversione strutturale.
Il Consorzio si candida a diventare partner nella realizzazione dell’opera operando a 360°.
Giuseppe Pettina, Advisor del Consorzio, ha sottolineato come la popolazione locale percepisca questa infrastruttura come una necessità. Ha ricordato, inoltre, l’accurata analisi di fattibilità condotta dal professor Francesco Karrer e il sostegno già espresso da oltre 80.000 cittadini e 64 sindaci della zona.
“L’aeroporto,” spiega Pettina, “avrebbe una posizione strategica, facilmente collegabile alle infrastrutture autostradali, statali e ferroviarie. Potrebbe stimolare sia l’economia locale che il turismo, in particolare verso le Isole Eolie, Patrimonio dell’Umanità UNESCO.”
Secondo Pettina, il progetto dell’Aeroporto del Mela deve inserirsi in un quadro più ampio di potenziamento infrastrutturale sul territorio. Questo include il raddoppio della linea ferroviaria, il miglioramento della rete autostradale e stradale, il collegamento tra le fasce ionica e tirrenica — come la tratta Patti-Taormina — e la realizzazione del Ponte sullo Stretto. “Questa opera,” afferma, “darebbe un impulso significativo alle imprese florovivaistiche del territorio e ridurrebbe la dipendenza dall’Aeroporto di Catania, distante e difficilmente raggiungibile a causa di infrastrutture inadeguate.”
Secondo le stime, l’Aeroporto del Mela potrebbe essere completato entro due anni con un investimento di circa 300 milioni di euro. Lo scalo sarebbe in grado di gestire un traffico di 1,4 milioni di passeggeri all’anno, servendo l’intera provincia di Messina e le aree limitrofe.
Pettina propone di realizzare l’opera tramite project financing, coinvolgendo gruppi finanziari e assicurativi che hanno già espresso il loro interesse al Consorzio Cassiopea. “L’idea vincente,” spiega il CEO, “è quella di concepire uno scalo intercontinentale, specializzato nel transito turistico e, soprattutto, nel trasporto merci. Questo permetterebbe di valorizzare le produzioni siciliane, rendendole competitive sui mercati internazionali” e sul punto aggiunge, anche “la nostra idea è quella che la struttura possa sviluppare al meglio e diventare un punto cardine per il trasporto aereo merci, che farebbe da ponte tra il nord Europa ed il nord Africa”.
Il team tecnico del Consorzio Cassiopea ha elaborato un piano che evidenzia i numerosi vantaggi derivanti dall’infrastruttura, tra cui:
Crescita economica: l’aeroporto diventerebbe un motore di sviluppo per le imprese locali, in particolare per i settori agricolo e florovivaistico.
Sviluppo turistico: favorirebbe l’accesso a destinazioni iconiche come le Isole Eolie e i Nebrodi, incentivando il turismo internazionale.
Creazione di posti di lavoro: opportunità occupazionali sia durante la costruzione che nella gestione operativa dello scalo.
Secondo il Consorzio, questa infrastruttura potrebbe trasformare radicalmente l’economia locale, riducendo la dipendenza della Sicilia dai poli industriali del Nord Italia e contribuendo a renderla più autonoma e competitiva.