Librizzi: arrestato dai Carabinieri per incendio boschivo

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Nelle prime ore del mattino, i Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile – Compagnia di Patti e della Stazione di Librizzi hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelarì, emessa dal GIP del Tribunale di Patti, dott. Ugo Molina, su richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di un dipendente del comune di Librizzi, con le mansioni di addetto all’acquedotto ed operaio manutentore, sul cui conto il Giudice ha riconosciuto gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati ex artt. 56, 423 bis c.p. (“incendio boschivo”) nella forma tentata.

I fatti si riferiscono al 17.9.2023, allorché una vasta area boschiva di circa 100 metri quadri, sottoposta a vincolo ai sensi dell’art. 142 Dlgs. 42/2004, localizzata in contrada S. Opolo del comune di Librizzi, in adiacenza alla strada provinciale Patti – San Piero Patti, veniva interessata da un forte incendio.
L’area interessata dal fuoco, ricca di sterpaglie e macchia mediterranea, era posta a poca distanza a un insediamento abitativo composto da circa lO nuclei familiari, alcuni dei quali avevano installato all’esterno delle loro abitazioni dei bomboloni di gas, con conseguente grave pericolo di propagazione dell’incendio anche verso quell’insediamento.

L’incendio si appalesava da subito di estrema gravità e, al pari di numerosi altri appiccati nella stessa zona nei giorni immediatamente precedenti (giorni 31 luglio, 2 agosto e 29 agosto), si dimostrava di chiara origine dolosa, come sottolineato dal Gip nella sua ordinanza: “… Senza il tempestivo e provvidenziale intervento dei primi soccorritori, le fiamme avrebbero potuto propagarsi irrefrenabilmente, in modo incontrollato e con elevata potenza distruttrice, alle circostanti aree boschive, alle aree cespugliate, alla vegetazione di macchia mediterranea e alle abitazioni presenti sui luoghi. L’intensità delle fiamme, l’elevata inclinazione del pendio in cui si è sviluppato l’incendio e la fitta vegetazione esposta al fronte del fuoco avrebbero potuto determinare il veloce e potenzialmente devastante avanzamento delle fiamme. Il massiccio dispiegamento di mezzi e uomini che si è reso necessario per domare l’avanzare delle fiamme (2 autobotti, tre volanti, 7 membri del Corpo Forestale, l’autobotte comunale e numerosi volontari) è la,conferma della capacità offensiva delle fiamme sprigionatesi ed è indicativo della potenza distruttrice che avrebbe assunto il fronte di fuoco nel suo incontrollato propagarsi. Il”chirurgico” posizionamento dell’innesco alle pendici di una collina, ai piedi di una scarpata ad elevata pendenza, a ridosso di una sede stradale circondata da vegetazione facilmente combustibile avrebbe potuto determinare il propagarsi delle fiamme ad alta velocità anche a causa del c.d. “effetto camino” …”.

Le indagini svolte dai Carabinieri, in particolare alcuni filmati registrati da videocamere appositamente predisposte, hanno inequivocabìlmente dimostrato come l’odierno indagato si sia responsabile dell’ìnsano gesto, mentre era alla guida dell’autovettura a lui in uso. In particolare dai filmanti emergeva che alle ore 18:43 del 17 settembre 2023 sopraggiungeva sul luogo una BMW, nera, tg xxxxxxx; i1 conducente della autovettura allungava il braccio dal finestrino lato guida e lanciava alle pendici della collina, verso la vegetazione, un innesco, costituito da una piccola palla appallottolata di colore bianco infuocata. Appena a terra, l’innesco rotolava, si fermavo nella vegetazione e subito iniziavano a sprigionarsi le fiamme.

D video, della durata di circa 35 secondi, si interrompeva e riprende alle ore 18:47, attivandosi con il passaggio di un altro veicolo estraneo ai fatti. La stessa videocamera, subito dopo, riprendeva il rapido inizio del propagarsi delle fiamme e la caduta dal costone sulla strada provinciale di alcune pietre.
Le indagini si sono avvalse anche della fattiva collaborazione di alcuni volontari del servizio di anti-incendìo, i quali, oltra a partecipare attivamente alle operazioni di spegnimento, avevano in precedenza, di propria iniziativa, acquistato ed installato sulla pubblica via alcune foto- video trappole.

I successivi accertamenti svolti dai Carabinieri hanno consentito di acclarare ulteriormente la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico dell’odierno indagato.
La stretta sinergia fra soggetti animati da forte spirito civico e Forze dell’Ordine può dunque costituire un valido detenente diretto ad arginare il grave fenomeno.

Il Gip ha applicato nei confronti dell’odierno indagato la misura cautelare degli arresti domiciliari presso la sua abitazione, con applicazione del braccialetto elettronico.
Il procedimento, in ogni caso, si trova nella fase delle indagini preliminari e per gli indagati vale sempre il principio di non colpevolezza sino alla sentenza definitiva, ai sensi dell’art. 27 della Costituzione.

Patti, 20.10.2023

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