“Si ricomincia a discutere di riforme della Giustizia, sia per quanto riguarda il processo penale, sia per quanto riguarda il civile, ma ancora non vedo nel dibattito l’interesse ad ascoltare il parere dei tecnici, vale a dire gli avvocati, che sul processo dovrebbero essere chiamati stabilmente a dire la loro”.
Così Giovanni Malinconico, Coordinatore dell’Organismo Congressuale Forense, organo di rappresentanza politica dell’Avvocatura italiana, riguardo alle annunciate modifiche procedurali.
“Leggiamo sui giornali di aumento della mediazione e di ampliamento delle competenze dei giudici di pace, leggiamo di assoluzioni senza appello, di incontri fra i capigruppo dei partiti politici – commenta Malinconico – mi fa piacere che temi tanto delicati tornino di attualità nel dibattito,
come del resto ci impone l’Europa. Benissimo dunque, ma vogliamo sapere cosa ne pensano i tecnici? Vogliamo ascoltare nel dettaglio il loro parere senza che le riforme calino dall’alto sulla base di quella o questa impostazione ideologica”.
L’esempio più calzante riguarda l’emergenza sanitaria e le riaperture, prosegue la nota dell’OCF, argomento che viene maneggiato solitamente dopo aver sentito il parere del Comitato Tecnico Scientifico. “Perché invece, per la procedura civile e penale, non si ascoltano le persone che ogni giorno con quelle regole sono costrette a confrontarsi? – scrive l’avvocato Malinconico – se devo riparare un tubo chiedo all’idraulico, se devo
togliere un molare ascolto il parere di un dentista, se devo fronteggiare un’epidemia ascolto il virologo. Perché sulla Giustizia si sentono solo i politici e non magistrati e avvocati ?”.