Decreto giustizia, gli avvocati OCF: “Il bicchiere è ancora mezzo vuoto”

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“Diamo atto al Governo e al Parlamento di aver accolto in parte le nostre richieste e temperato una situazione che avrebbe avuto un impatto devastante sul sistema Giustizia. Non possiamo però far a meno di rilevare che la macchina giudiziaria mantiene inalterate tutte quelle criticità che già prima dell’emergenza rendevano difficilissimo l’esercizio della giurisdizione in questo paese”.

Così Giovanni Malinconico, coordinatore dell’Organismo Congressuale Forense, commentando la situazione. “Nell’iter di conversione del D.L. 70/2020 ad esempio, recependo le richieste dell’OCF, il Governo ha rinunciato alla sperimentazione fino al 31 dicembre 2021 delle udienze da remoto e udienze cartolari – spiega Malinconico – che resterebbero invece possibili solo per la prosecuzione della fase emergenziale, non oltre il 31 ottobre 2020, e comunque con la facoltà del difensore di richiedere l’udienza in compresenza”.

“Fortunatamente poi Il Governo, nella bozza di decreto legge Semplificazioni, all’art. 22 ha recepito la nostra richiesta di poter effettuare le notifiche telematiche anche alla pubbliche amministrazioni che si sono sempre rifiutate di inserire i loro indirizzi di pec nel registro per le attività processuali”.

Si tratta di elementi importanti che certamente vengono incontro alle necessità della classe forense ma, conclude il Coordinatore dell’OCF, “tutto questo lascia inalterate le mille criticità del sistema, a cominciare dall’edilizia giudiziaria, e non risolve il problema della reale ripresa dell’attività dopo l’emergenza, ricominciata solo sulla carta mentre ancora otto udienze su dieci vengono rinviate”.

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