Trasparenza nella PA regionale: in epoca di repentini cambiamenti socio-economici la Regione Siciliana mette online, con aggiornamento in tempo reale, il suo Annuario Statistico
Nell’ambito della strategia di massima trasparenza nell’operato della Pubblica Amministrazione regionale, il Governo Musumeci aggiorna la piattaforma per la fruizione dei dati statistici che riguardano l’andamento demografico ed economico dell’Isola, mettendo online l’Annuario Statistico con aggiornamento in tempo reale. Stamattina la presentazione alla stampa.
PALERMO, 26 Febbraio 2020 – Il Servizio Statistica della Regione Siciliana, insediato presso l’Assessorato regionale dell’Economia ha realizzato con la sede territoriale dell’Istat per la Sicilia una sezione del portale “HUB della statistica pubblica” per focalizzare sul territorio dell’Isola l’informazione che la statistica pubblica rende in ogni momento disponibile. Questo percorso consente oggi di fruire del “Nuovo Annuario Statistico Regionale On Line” (ASR)organizzato sulle diverse materie di una pubblicazione statistica generale:
La piattaforma, che sostituisce l’Annuario Statististico Regionale cartaceo non più edito dal 2016, risulta automaticamente alimentata per la parte di fonte Istat, ma anche per la parte regionale ed extraregionale (altre fonti Sistan) ed è continuamente estendibile ed integrabile, previa verifica della qualità, con nuove informazioni.
“Il Nuovo Annuario Statistico Regionale On Line (ASR) – ha dichiarato il Vicepresidente ed Assessore per l’Economia della Regione Siciliana, Gaetano Armao – rappresenta un utile strumento di analisi e riflessione non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per l’intero tessuto sociale e produttivo siciliano. L’analisi statistica della presente edizione, disponibile online con aggiornamenti in tempo reale, è basata sui nuovi e più concreti metodi di rilevazione, con particolare attenzione alle nuove generazioni ed alle loro legittime aspettative di efficienza e trasparenza della Pubblica Amministrazione, ma soprattutto alle dinamiche, sempre più gravi, del divario economico-sociale che divide il Paese e che penalizza la Sicilia.
Accedendo alla pagina web del nuovo ASR è possibile visionare e scaricare le 112 tavole elencate nell’Indice. Si riporta di seguito il quadro attuale più aggiornato, che è stato rappresentato nel corso della conferenza stampa di oggi:
Imprese: secondo gli ultimi dati Istat (2017), le unità locali delle imprese attive, divise per classe di addetti, sono concentrate in Sicilia nelle piccole dimensioni (0-9 addetti) per il 96,3%. Il dato nazionale è leggermente inferiore (94,6%), ma testimonia comunque della polverizzazione delle strutture produttive del paese. Gli addetti operano nelle strutture minori per il 61,9%, contro il 48,5% dell’Italia in complesso, che a sua volta impiega il 27,4% dei propri occupati in strutture con più di 50 dipendenti. Tale quota invece in Sicilia scende al 17,3%. Secondo i registri delle Camere di commercio al 31 dicembre 2019, lo stock delle imprese attive in Sicilia risulta pari a 370.083 unità1, in leggero aumento (0,3%) sul 2018, con una quota di circa il 60% appartenente al settore dei servizi.
Popolazione e famiglie: Attraverso i valori di alcuni indicatori demografici (anno 2018) è possibile individuare i territori in cui i fenomeni si presentano in maniera più marcata. L’indice di vecchia più elevato si riscontra in Sicilia nella provincia di Messina: 181,1 persone con più di 64 anni su 100 persone fra 0 e 14 anni. Il valore medio dell’Italia è 168,9. A Catania si ha la maggiore natalità (8,8 nati per mille residenti) e a Enna e Messina la più alta mortalità (11,4) in rapporto alla popolazione. La speranza di vita alla nascita è minore, rispetto alla media nazionale, in tutte le province siciliane. Palermo, Catania e Ragusa sono le province con più figli per donna (1,4), mentre il saldo migratorio totale è negativo in tutta la Sicilia, come effetto di un saldo con le altre regioni fortemente deficitario (-3,6 per mille) e di un saldo con l’estero positivo ma poco elevato (1,4).
Sanità e salute: in materia di incidenti stradali, i morti e i feriti della Sicilia per tale causa rapportati alla popolazione sono 3,3 per mille abitanti nel 2018, meno frequenti della media nazionale di 4,1. La spiegazione non è da ricercare nelle dimensioni del parco veicolare regionale, che anzi risulta pari 0,89 mezzi per abitante rispetto a 0,85 dell’Italia, ma in altre cause, come la minore densità di traffico o la più ridotta velocità di percorrenza dovuta alle condizioni del sistema viario.
Assistenza e previdenza: riguardo all’assistenza, i posti letto operativi per target di utenza nel 2016, rapportati a 100 mila abitanti, registrano valori della Sicilia nel complesso inferiori alla media nazionale. Fanno eccezione i posti particolarmente dedicati ai minori, agli immigrati (per l’ovvia intensità dei soccorsi conseguenti agli sbarchi) e agli adulti con disagio sociale o problemi di salute mentale.
Istruzione: nelle scuole statali della regione, si registra una limitata presenza di alunni stranieri: 3,4% sul totale contro una media nazionale del 9,7%. Il dato è del 2017 e si spiega con la minore dinamica del mercato del lavoro che in Sicilia attira meno stranieri (in quell’anno il 3,7% dei residenti) rispetto al resto d’Italia (8,3% dei residenti).
Giustizia e sicurezza: un indicatore sintetico come i delitti per 100 mila abitanti (anno 2018) rende abbastanza efficacemente lo stato reale della sicurezza dei cittadini nei territori. I valori sono riferiti ad alcune tipologie e alle province in confronto con il dato nazionale: Siracusa ha il valore più elevato dei furti in abitazione (327,6) e delle lesioni dolose (145,5); Catania registra 596,1 furti di autovetture per Italia = 171,2 ed è pure la prima in Sicilia per delitti informatici (26,2) e rapine (67.7); Palermo è la prima come numero di estorsioni (25,1), Agrigento per gli omicidi (1,4) e Messina per le violenze sessuali (10,7). Come numero totale rispetto alla popolazione, tutte le province hanno un valore dell’indicatore inferiore alla media nazionale (3.925,4).
Servizi: come esempio di indicatore statistico nel settore economico dei servizi, è stata scelta la numerosità degli sportelli bancari in serie storica fra il 2011 e il 2018. La contrazione è una tendenza generale dovuta alla ristrutturazione seguita alla digitalizzazione delle operazioni e alla diffusione dell’home banking. Essa è stata tuttavia più forte nel Nord-Est del paese (-30,7%). La Sicilia, con -26,8%, registra la maggiore riduzione nel Mezzogiorno.
Pubblica Amministrazione: la composizione per genere degli amministratori degli EE. LL. è uno degli indicatori che l’ASR fornisce in materia di settore pubblico. Il dato si riferisce all’anno 2017 e rileva un valore della presenza femminile fra gli amministratori della provincia di Siracusa superiore alla media nazionale per la carica di Sindaco (1a,3%), cui segue Agrigento con l’11,9%, mentre la provincia di Caltanissetta affianca Siracusa per la carica di Assessore (36,0%) contro il dato nazionale del 38,4%.
Lavoro: il tasso di occupazione, misurato dal numero di occupati sulla popolazione in età di lavoro (15-64 anni), mostra tradizionalmente in Sicilia valori molto ridotti. La provincia di Trapani registra il calo più sensibile negli ultimi anni, mentre la provincia di Ragusa ha il valore più elevato del tasso femminile (37,3%) contro un valore nazionale del 49,5 per cento e uno regionale del 29,1.