Con riferimento all’Editoriale apparso su “La Sicilia” di domenica 10 novembre us, a firma Mario Barresi, dal titolo “La battaglia contro il caro aerei. Cari politici siciliani, ora o mai più un fronte comune senza cappelli!”, nella mia qualità, aderisco completamente al grido di allarme lanciato.
Condivido! Non bastano più le singole azioni, abbiamo toccato con mano che nulla è cambiato in questi anni. Siamo con l’acqua alla gola ed è giunto davvero il momento di fermare il caro-voli, da e per la Sicilia! Insieme! Tutti!
L’attuale situazione, venuta alla ribalta del dibattito politico nazionale nelle ultime settimane, riguardante gli impossibili costi dei voli aerei da e per la Sicilia, esige rapidamente, di essere affrontata e risolta.
Troppo a lungo in Sicilia è durata questa fase che ha portato ad una situazione di sottosviluppo. Urge rimuovere gli ostacoli che hanno sempre precluso ‘la continuità territoriale’ con il resto della Nazione. Ma quali sono questi ostacoli?
Premesso che il termine ‘continuità territoriale’ nasce da alcuni trattati europei come strumento legislativo volto a garantire aree disagiate delle varie nazioni, ovvero rafforzare la coesione fra differenti aree dello stesso Stato. Il fondamento della ‘continuità territoriale’ è la base normativa europea sul servizio pubblico, che giammai può essere trasgredita se non per espressa deroga ai principi di libero scambio e di libera concorrenza. Quindi, solo una espressa disposizione della fonte primaria, cioè del diritto comunitario europeo, può aprire ad una soluzione. In altre parole, l’UE o realizza un provvedimento di deroga, o di fatto non accadrà mai nulla, come ben tutti noi sappiamo dalle esperienze dei precedenti fallimenti legislativi nazionali (vedi L. 23.12.2000, n°388) e come certamente accadrà di nuovo se si vorrà insistere con una legge nazionale così come in queste ore viene sbandierato.
Ma perché finora la UE non ha dato la deroga? Perché a loro dire, la Sicilia è fisicamente vicina al Continente (3,5 Km di mare) e ciò non è paragonabile alla distanza rispetto alla terraferma di Sardegna, Lampedusa, Isole Canarie e persino Irlanda.
Altra motivazione della UE è che in Sicilia vi è un corposo traffico passeggeri che solo nel 2018 ha visto viaggiare oltre 17 milioni di persone e che dimostrerebbe che la ‘continuità territoriale’ di fatto già esiste. E così con questa volontà non obiettiva dell’Europa, nel nome del libero mercato, le compagnie aeree possono sostanzialmente scorrazzare e applicare le tariffe che vogliono, con una metodologia di tariffazione aerea determinata con un algoritmo che fa aumentare le tariffe sulla base del riempimento passeggeri degli aerei.
In altre parole, maggiore è il numero di passeggeri sul vettore aereo, maggiore diviene il costo del biglietto. Con buona pace dei siciliani che hanno le tariffe aeree nemmeno lontanamente paragonabili con altre realtà europee.
Allora, al di là delle affermazioni, sia pur rispettabili, di colleghi parlamentari in atto nel governo nazionale, occorre preliminarmente intervenire in sede europea, affinché la Commissione comprenda che nonostante la breve distanza con il Continente, la Sicilia rimane emarginata per mancanza di alternative di trasporto (strade e ferrovie inesistenti per assenza di un Ponte di collegamento con la terraferma).
Anche la richiesta di ‘continuità territoriale’ su Trapani è quindi matematicamente destinata all’insuccesso e rimanere confinata al puro annuncio politico.
Concludendo, in qualità di Deputato della Repubblica Italiana, appartenente ad un partito che ha una storia concreta di modernizzazione nelle regioni d’Italia che amministra ed in qualità soprattutto di Siciliano, servitore del suo Popolo, mi rivolgo a tutti i parlamentari nazionali, regionali ed europei, amici, avversari, rappresentanti del governo della nazione e della regione siciliana, assemblee elettive e mi metto, a totale disposizione di questo progetto.
Ritengo in umiltà che tocchi al Presidente della Regione muovere i passi, in concerto con i siciliani dell’attuale governo nazionale, per una convocazione degli stati generali. Un vero e proprio ‘gabinetto di crisi’ che si relazioni con il Presidente della Repubblica, con l’Aviazione Civile, con il Commissario europeo dei trasporti e con il Commissario europeo per gli affari economici Paolo Gentiloni, al fine di rendere forte, coesa e vincente, la posizione della Sicilia.