“Con tutto il mio amore per Gioiosa”

Copia (2) di S3000007[1]

Amo profondamente Gioiosa ed il mio amore, ampiamente dimostrato, per questo paesello è notorio. Non perdo mai occasione per parlarne, per promuovere, senza calcolo alcuno. Ma…
Il mio tormento è uno: come salvarlo da questo inesorabile declino? Gli anni 60/80 sono stati pieni di fasti e pregi. Allora eravamo un paese turistico e potevamo permetterci il lusso di attestarlo.
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Oggi, a distanza di anni, non riusciamo a comprendere se siamo ancora un paese a vocazione turistica o…Non è facile iniziare per far ripartire un paese che ha perso lo smalto ed il piacere di vivere la sua vocazione naturale, proprio per l’invidiabile posizione Un paese senza più mordente, un paese finito. Eppure eravamo il terzo polo turistico, quel “fiore all’occhiello” della costa tirrenica, così veniva decantata e lo si faceva con orgoglio struggente. Oggi, non lo è più. Oggi non lo è più, sia perché prima abbiamo inciampato, poi siamo caduti, ed il contenuto della nostra caduta è visibile a tutti e proprio per tale inadempienza, inefficienza e incompetenza, brancoliamo nel buio. E’ rimasta solo una rassegnazione ormai acclarata. Quanto
sono stati in gamba i nostri precedessori. Hanno creato il turismo, con ingegno e lungimiranza.
Gioiosa è oggi, un paese che vive di “aria” e “sole”,
La colpa?
Un po’ di tutti: della politica che non c’è, delle amministrazioni che si sono succedute nel tempo, che non hanno investito con la dovuta progettualità , attingendo a risorse, oggi introvabili, anche per mancanza di ” Santi in Paradiso” e di forma mentis.
Un calo turistico voluto, cercato, provocato, causato.
Un paese di pensionati e studenti che aspettano di spiccare il volo.Molti in disoccupazione (troppi), un paese con scarsa propensione all’investimento ed una bassa imprenditorialità scoraggiata dalle normative, ma anche dalla scarsa visione delle istituzioni locali. I turisti sono mordi e fuggi e non trovano conforto in quel che vedono e che trovano. Un paese ormai vecchio, in “disuso”, strade senza tempo e panchine ataviche, arrugginite dall’usura e dal mancato ripristino. Non è certo questo il modo di fare turismo, ne è questo il modello di presentazione che il turista desidera. Una brochure imperfetta.giuliana
Certo i tempi non invogliano, i soldi sono diventati rari, ma la bravura di un’Amministratore ( perché con i soldi siamo tutti bravissimi) è quella di risolvere, di inventare e riuscire ad ottenere dei vantaggi economici. Amministrazioni del Nord Italia hanno adottato questo sistema che si identifica in ” Progetto ricreativo”. Questa si chiama velleità imprenditoriale amministrativa, oltre che lungimiranza, oltre che capacità induttiva. Ma noi siamo rimasti ai soliti propositi con le stesse campagne elettorali, le stesse promesse, gli stessi schemi, gli stessi tatticismi, le stesse facce, le stesse famiglie, il “cambio di frac” ed i consueti proclami. E intanto invecchiamo, con la speranza di un cambiamento ahinoi non si intravede neanche in lontananza. Un cambiamento che tutti vogliamo ma nessuno osa, perché per cambiare dobbiamo far diventare sindaco il cittadino. Coinvolgerlo nelle scelte, ascoltare le proposte, anche quelle non condivisibili e
le innumerevoli esigenze di ogni singolo. Chiudersi a riccio non può che dare risultati pari a sconfitte, quelle che Gioiosa Marea sta vivendo. Insanabili. Essa cadrà nel dimenticatoio e nessuno si ricorderà di questo ” astro nascente”, e sconfitto. Sconfitto dall’inerzia e dall’ignavia di chi non ha creduto, di chi non ha visto oltre, dopo aver guardato, di chi si è basato solo sulla bassa politica..
Due componenti sociali sono stati gli artefici naturali di un tracollo senza più possibilità di risalita: l ‘apatia e l’invidia. Che tristezza.
I giovani “evadono”, emigrano, vengono assorbiti dal quotidiano locale: sale giochi, slot machine, carte, alcool e altro. Nessuno che abbia creduto in loro, lavorato per loro, costruito per loro. E questa inerzia ha devastato fiumi e fiumi di possibilità.
La verità è che bisogna essere più veloci dei social network.
La programmazione, l’intercettazione delle risorse dei fondi europei, i progetti per l’occupazione, la modernizzazione, la velocizzazione della pubblica amministrazione, il coinvolgimento del cittadino quale portatore di interessi, le scelte condivise, le proposte, le idee sono, fanno, il futuro di una società, di questa nostra società umiliata e mortificata, lasciata in mano agli “improvvisatori” .
Siamo tutti corresponsabili? Io non mi sento di affermare ciò. Vi sono i responsabili e quelli che non lo sono, perchè guardano al futuro.
Sicuramente non va buttato tutto, va salvato ciò che di buono c’è, chi di buono ha fatto e ciò che di buono si è fatto.
Dobbiamo superare l’IO e abbandonare le vecchie logiche.
Per fortuna c’è ancora la parte sana del paese che va salvata: il popolo, il cittadino comune che seppur non affronta l’argomento è del mio stesso intendimento. Vorrebbe urlare, gridare, rinfacciare, questa è maggioranza del paese.
Allora che si fa?
Ci vuole un forte scatto di orgoglio.
Il sociale, il volontariato, le associazioni, i circoli, non devono restare ancorate al “contributo” che non c’è. I giovani, quelli veri, gli adulti che credono, che pensano al confronto costruttivo, devono fare un passo avanti e non aspettare che quelli delle vecchie logiche “dividi et impera” restino sempre coloro che a tutti i costi vogliono tenere lo scettro del comando.
Chi ha il metro per giudicare?
NESSUNO! TUTTI! ma … insieme, condividendo, socializzando, parlandone, con il confronto o anche con lo scontro ma costruttivo, propositivo, con il dialogo. Forse qualcosa riusciremo a salvare.

Questo dovrebbe fare un’Amministrazione.

Giuliana Scaffidi

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