Il sindaco Formica ha inviato ieri una lettera all’Anci Sicilia per chiedere di affrontare una volta per tutte l’emergenza degli enti locali siciliani in merito al blocco delle assunzioni. Documento che nel settembre dello scorso anno il primo cittadino aveva inviato ai rappre-sentanti del governo nazionale nella speranza che, in sede di predisposizione della leg-ge finanziaria si tenesse conto delle difficoltà rappresentate e della soluzione pure sug-gerita. Ed invece alcuni emendamenti fatti inserire da parlamentari siciliani sono stati stralciati dopo essere stati inseriti.
E oggi il Comune di Milazzo si ritrova senza il ragioniere generale, ingegneri, assistenti sociali e soprattutto vigili urbani, “figure fondamentali per assolvere alle loro funzioni e di fornire i servizi pubblici essenziali ai cittadini secondo adeguati livelli quantitativi e qualitativi”.
“Il recente ampliamento degli spazi assunzionali disposto dal legislatore – scrive Formica – è una misura di fatto inapplicabile agli enti che hanno dichiarato il dissesto; ciò a causa di una norma introdotta nel 2016 che impedisce di procedere ad assunzioni a qualsiasi titolo, ivi incluse quelle conseguenti ai processi di stabilizzazione del personale precario, nei casi di mancata approvazione degli strumenti finanziari (bilancio di previsione, conto consuntivo e bilancio consolidato), per l’esercizio in corso.
Gli enti in dissesto come il nostro fisiologicamente non riescono a possedere tale requisi-to se non alla fine del quinquennio previsto per il risanamento, con la conseguenza che, anche in caso di assoluta carenza in organico di figure infungibili (ad es. il Ragioniere o il Tecnico), non possono procedere ad assunzioni, trovandosi in una situazione di insu-perabile stallo.
Ciò determina un gravissimo ostacolo al processo di risanamento degli enti in dissesto, comportando livelli di malfunzionamento intollerabili che, oltre a determinare un innalza-mento dei costi da inefficienza, pregiudicano gravemente il diritto dei cittadini a vedersi garantiti i servizi essenziali”.
Quindi il passaggio relativo al personale contrattista.
«Queste limitazioni incidono anche sulle stabilizzazioni del personale precario prove-niente dal bacino degli ex lavoratori socialmente utili. L’impossibilità di stabilizzare, an-che parte di detto personale che rappresenta spesso oltre la metà delle unità in servizio, determina l’interruzione, dei relativi contratti, con la conseguente paralisi degli enti in cui interi uffici (es polizia municipale, servizi tecnici o ragioneria) sono ormai retti quasi uni-camente da tale tipologia di personale precario. Questo significa che tutti i Comuni (spe-cie quelli in dissesto) che non avranno, come è fisiologico che sia, tutti i bilanci approvati, non potranno procedere alla stipula dei contratti e, a termine spirato, nemmeno alle pro-roghe.
Da qui la richiesta all’associazione che rappresenta i Comuni siciliani di un intervento legislativo che disponga una deroga per gli enti in dissesto.