L’associazione Penelope/Coordinamento solidarietà sociale, ente che gestisce programmi di protezione sociale rivolti alle vittime di tratta, e il Comune di Messina partner del progetto, hanno aderito alle iniziative per l’undicesima giornata europea contro la tratta di esseri umani organizzate in tutta Italia con il Numero Verde Antitratta ed il dipartimento Pari Opportunità. L’assessora alle Politiche sociali, Nina Santisi, invita pertanto quanti vorranno partecipare all’appuntamento di domani, mercoledì 18, alle ore 12, in piazza della Repubblica (Stazione Ferroviaria), attorno alla fontana dove verranno lanciati i palloncini, in concomitanza con gli eventi di Gaggi e Catania e con altri progetti attivi in tutta Italia. Alla manifestazione parteciperanno gli operatori istituzionali impegnati sul tema, l’associazione Penelope, il servizio sociale professionale del Comune, gli operatori dei centri di accoglienza dei migranti e le donne ospiti delle strutture cittadine del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR). Per ulteriori informazioni è possibile collegarsi al sito www.osservatoriointerventitratta.it. “Come è noto – sottolinea Nina Santisi – la tratta di
esseri umani è una grave violazione dei diritti umani che si traduce nella mercificazione dell’individuo e nella sopraffazione della sua dignità. La tratta coinvolge persone di varie nazionalità, assoggettate a diverse tipologie di sfruttamento (sessuale, lavorativo, accattonaggio, economie illegali), ora manifeste e facilmente individuabili, ora non espresse e mimetizzate proprio al fine di non essere comprese e contrastate. La tratta di esseri umani non va confusa con il traffico di migranti (in inglese smuggling of migrants), ovvero il crimine che consiste nello spostamento illegale di una o più persone da uno Stato ad un altro con il consenso della persona trafficata e senza finalità di sfruttamento. La differenza principale tra le due nozioni risiede nel fatto che mentre nello smuggling il migrante ha un ruolo attivo nel contattare l’organizzazione ed esiste dunque un accordo tra le parti, in caso di tratta si riscontra l’uso di mezzi violenti, coercitivi o quanto meno ingannevoli. Inoltre, nello smuggling il rapporto tra il migrante e il trafficante termina una volta raggiunta la destinazione, mentre nella tratta l’arrivo nel Paese di destinazione coincide con l’inizio dello sfruttamento. In realtà, spesso i due fenomeni si sovrappongono e si confondono: può accadere che una persona diventi vittima di tratta solo in un secondo momento del viaggio che aveva deciso di compiere spontaneamente, a causa del debito che viene contratto o dell’inganno da parte del trafficante”. In Italia, secondo il ministero dell’Interno, la tratta di persone costituisce la terza fonte di reddito per le organizzazioni criminali, dopo il traffico di armi e di droga. L‘Italia è uno dei paesi europei maggiormente interessati dal fenomeno della tratta e proprio per questo si è dotata di un sistema di interventi all’avanguardia in Europa e nel mondo, che al contempo contrasta le organizzazioni criminali e garantisce adeguata protezione alle persone trafficate. In generale, il sistema italiano si conforma e si fa promotore dei principi guida riconosciuti a livello internazionale, tra cui in primo luogo il principio dell’autonomia della vittima, i principi dell’integrazione e di sussidiarietà, in base ai quali la dimensione territoriale rappresenta il punto di riferimento su cui strutturare l’intervento rivolto alle vittime.