Riceviamo e pubblichiamo.
Io, osservante del detto “la speranza deve essere l’ultima a morire”, come tanti gioiosani che sperano nella discontinuità del declino di Gioiosa Marea, penso di votare quel candidato sindaco che mai ha ricoperto tale carica.
Il declino di Gioiosa, che si protrae abbondantemente sin dalla precedente decennale sindacatura e trova continuità in quella degli ultimi cinque anni, è oggi al culmine della drammaticità. Per cui, nessuno dei due candidati a sindaco che hanno governato Gioiosa, uno per 10 anni e uno 5, può tirarsi fuori dalla corresponsabilità del regresso del paese. Nel rispetto delle loro moralità, devo dire che da sindaci non hanno saputo, voluto o potuto adeguare Gioiosa allo sviluppo e al progredire dei paesi limitrofi, nonostante questi fossero in passato, dal punto di vista turistico, molto più indietro di Gioiosa, che era la ridente cittadina, polo turistico della costa, punto di riferimento e frequentazione di un vasto comprensorio. Oggi, ricandidati a sindaco, ci chiedono il consenso per rigovernare Gioiosa, promettendo di spendersi per il rilancio, per la movimentazione, per farla uscire da quella fase di stallo in cui loro stessi l’hanno fatta precipitare, facendo finta di non accorgersi che la rigogliosa cittadina che era gioiosa oggi è un ghetto, magari perché i loro redditi da professionisti (come tanti candidati nelle loro liste) non permettono loro di vedere il disagio economico del territorio, che, invece, è motivo di angoscia e preoccupazione per molte famiglie.
Gioiosa è triste, Gioiosa è povera, povera d’ingegno e povera di danaro: povera d’ingegno perché la sua primaria vocazione, il “turismo”, non è stata attenzionata o lo è stata troppo poco da parte delle dirigenze politiche, delle amministrazioni degli ultimi 15 anni; povera di danaro perché la trascuratezza del turismo, settore portante per l’economia gioiosana, ha prodotto miseria e povertà per le famiglie e, in primis, per i commercianti, categoria benestante in passato e che oggi a Gioiosa Marea rappresenta i nuovi poveri.
L’area di Capo Calavà per Gioiosa dovrebbe rappresentare il polmone economico con le sue aziende turistiche. I servizi in quella zona sono stati totalmente trascurati da sindaci, giunte e consigli comunali degli ultimi 15 anni, se non per i parcheggi a pagamento. Eppure per quelle strutture, realizzate per lo sviluppo del territorio e per la creazione di posti di lavoro, sono confluiti fiumi di denaro pubblico sotto forma di contributi per tale finalità… Negli anni ’80 e ’90 il solo villaggio di Capo Calavà occupava oltre 300 addetti e, dunque, oltre 300 famiglie traevano reddito da quella azienda turistica. Chissà se i sindaci degli ultimi 15 anni, e oggi ricandidati, sanno quanti gioiosani lavorano oggi in quel villaggio e sanno spiegare il perché le cose sono peggiorate. Ma dovrebbero saperlo: in qualità di sindaci avevano il diritto-dovere di recensire le imprese del territorio.
Questo non vuole essere un attacco, ma la considerazione di una realtà che è sotto gli occhi di tutti e una critica al pressappochismo che ha caratterizzato le ultime tre legislature di Gioiosa. Da qui la mia opinione di intenzione di voto per il “nuovo”. Sarà meglio? Sarà peggio? Non si sa, ma dobbiamo darci questa possibilità, dobbiamo darla al nostro paese e a noi cittadini. La speranza deve permanere e la rassegnazione deve essere vinta. Questo voglio per me, per i miei figli, per i miei nipoti e per i figli e nipoti di chi ha le mie stesse preoccupazioni, per quanti hanno a cuore Gioiosa e vorrebbero che ritornasse rigogliosa, splendente, felice e visitata da tanta gente come un tempo.
Per questo e per tanto altro, è mia intenzione votare Teodoro Lamonica sindaco.
Un cittadino di Gioiosa Marea
Peppino Sciammetta