Federconsumatori Nebrodi organizza un’assemblea pubblica, che si terrà mercoledì 22 marzo, alle ore 17:00, presso il salone parrocchiale di S. Giorgio di Gioiosa Marea, per illustrare le iniziative da avviare in merito al pagamento del canone idrico.
I cittadini sono invitati a partecipare per discutere della possibilità di aderire a una class action contro il Comune, che non garantisce la potabilità dell’acqua distribuita dall’acquedotto comunale.
I cittadini che ricevono, infatti, acqua non potabile possono abbattere del 50% il canone idrico attualmente pagato. Secondo una recente sentenza del Giudice di Pace di Patti, del 3 febbraio 2017, vi è l’abbattimento del 50% del canone per alcuni cittadini di San Giorgio di Gioiosa Marea, frazione in cui, da moltissimi anni, l’acqua della rete comunale è salata e sporca, quindi non potabile. Coloro i quali hanno fatto ricorso al giudice di pace hanno avuto ragione, ottenendo non solo il pagamento ridotto del canone idrico, ma anche che il Comune di Gioiosa Marea restituisca le somme versate dai cittadini nel decennio 2005-2015. Tale sentenza, però, interessa solo chi ha chiesto l’intervento del Giudice di Pace e ha affrontato le relative spese legali.
“Il caso di Gioiosa Marea – commenta il presidente regionale di Federconsumatori, Alfio La Rosa, che interverrà all’incontro di mercoledì 22 marzo – purtroppo potrebbe essere allargato a molte altre zone della Sicilia. I Comuni dove l’acqua non è potabile, o arriva razionata o irregolarmente, sono veramente molti. La class action – afferma La Rosa – è un modo abbastanza efficace per difendere l’interesse collettivo dei cittadini”.
Federconsumatori Nebrodi vuole raccogliere tutti i cittadini interessati dallo stesso problema. Il suo presidente, Teodoro Lamonica, e l’avvocato dell’associazione, Elisa Lembo Luscari, hanno indetto l’assemblea di mercoledì, a S. Giorgio, per discutere ed avviare tutte le iniziative del caso al fine di tutelare gli utenti e i diritti dei consumatori e di intraprendere col Comune di Gioiosa Marea una trattativa per un accordo. Questo ridurrebbe i costi legali e i tempi necessari per ottenere l’abbattimento del canone idrico anche per tutti gli altri cittadini interessati.
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