Gioiosa Marea: L’Aeroporto nella Valle del Mela finisce in Consiglio comunale

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Nella seduta consiliare di oggi pomeriggio il consigliere d’opposizione Maurizio Adamo ha presentato una mozione a sostegno della realizzazione della suddetta opera.
Si dichiara favorevole anche il consigliere indipendente Giusy Pizzo, del movimento “Noi per Gioiosa” fondato da Teodoro Lamonica, ma con alcune sostanziali precisazioni: «Sono anni che si parla della costruzione di un aeroporto in provincia di Messina – afferma Pizzo – una volta a destra e una volta a manca, come per il ponte sullo Stretto e lo svincolo autostradale sul torrente Zappardino. Cavalli di battaglia sbandierati nelle campagne elettorali di amministratori e politici locali e nazionali. Sono stanca di illudermi. Mi piacerebbe vivere in un paese dove, al posto di fare chiacchiere, si progetta e si lavora per opere concrete, fattibili e sicure. Il progetto dell’aeroporto – continua il consigliere indipendente – è un’opera buona, ma, allo stesso tempo, non bisogna dimenticare quali sono le esigenze del nostro territorio. Gioiosa si propone come un paese turistico, ma mancano infrastrutture fondamentali: le autostrade sono un disastro; manca il doppio binario, che si ferma a Patti dal lato Messina e a Cefalù dal lato Palermo, lasciando quest’area scoperta e rallentando tutti i collegamenti; la strada statale 113 è perennemente interrotta a causa delle molteplici frane; le strade interne sono abbandonate e in stato di degrado. Un aeroporto qui e ora sarebbe come una grande struttura in mezzo al deserto, raggiungibile tra mille difficoltà, quelle stesse per le quali ritengo più realistico e prioritario che bisogna trovare delle soluzioni».
Sorge spontaneo un interrogativo: quali ragioni, considerato l’avvicinarsi delle prossime elezioni amministrative e della relativa campagna elettorale, si celano dietro una tale proposta? Potrebbe trattarsi del solito vecchio modo di fare politica, basato sul montare utopie e illusioni per far sognare ai cittadini qualcosa di grandioso che si sa che non verrà realizzato?
Passano gli anni, anzi i decenni, ma certi stili non cambiano mai. Pensiamo al lontano anno 1970, quando il sottosegretario ai Lavori Pubblici dell’epoca, il senatore Lo Giudice, dichiarava che la costruzione del ponte sullo Stretto avrebbe potuto avere inizio entro il 1974. A distanza di oltre quarant’anni, si fanno ancora gli stessi discorsi.
Prima di parlare di opere faraoniche, bisogna valutare se esistano i presupposti e adeguate vie di collegamento. L’invito per la politica locale è a occuparsi di questioni di primaria importanza, a creare le condizioni per un reale sviluppo di tutto il territorio. Ci si augura che a prevalere sia il buon senso e non si faccia leva sulle speranze e i sogni dei cittadini per accaparrarsi qualche consenso in più.

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