E’ Natale: sono con la testa china a quel mio libro, Senza anima. Frutto della mia creatività letteraria, lo leggo, con mille pensieri che corrono lesti alla mia mente e che si accavallano, con i suoi tanti personaggi che danzano nel mio senno, come se io fossi un teatro, dentro cui ogni personaggio storico o reale del mio libro o della mia vita, in me, recitasse la sua parte. Quasi essi danzassero come se forgiassero il mio carattere, il mio essere; mi aiutassero a capire qualcosa di quella verità universale sul mistero della vita. Ecco che, come uno scacciapensieri, compare alla mia mente quella figura, maschera, del Murgo Gioiosano, che nella cerimonia della Va edizione del Premio Letterario del 04/dicembre/2016, come un’illuminante metafora, è apparsa a illustrare alla platea la Storia del Mondo. Il ricordo di quella sua recita, interpretata e animata da quel personaggio davvero di talento, comparso come una meteora nel cineteatro Franco Borà, con la sua saggezza e tanta umiltà lustra il mio pensiero. In quella gremita cerimonia, viva ed entusiasmante, così, io mi sono sentito un teatro, con i tanti personaggi o spiriti bollenti che erano già in me, in un altro grande e ravvivante teatro, molto sensuale, costellato dai bravi rappresentanti della Giuria di Qualità (Fra Felice, l’attore regista Ninni Bruscetta, il maestro Antonio Smiriglia, la scrittrice Valeria Siclari, intervistati dalla Dottoressa Maria Ilenia Grifò), Ida Muzzupappa, Giuliana Scaffidi dell’Associazione H2O Donne e Donne in Circolo, le bravissime Lettrici di brani delle opere letterarie, la Professoressa Marinella Lo Jacono, che con le sue sensuali interviste ha frugato vivacemente negli animi delle opere dei finalisti.
La Cultura rinvigorisce gli animi e i popoli: è il Murgo Gioiosano: la mia sensazione.
Salvatore Lisi
