Gioiosa Marea: Ecco perchè lo svincolo si può fare

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svincolo gioiosaEditoriale di Mimmo Molica

Il premier Renzi, in Sicilia, ha rassicurato: “I Patti per il Sud non sono libri dei sogni, o cambiali aperte. Sono fondi su cui le Regioni possono contare. Il ‘Patto per la Sicilia’ vale circa 12 miliardi, 2,5 mld nel biennio 2016-17. L’asse stradale ha valenza regionale in quanto è la spina di collegamento tra la Sicilia occidentale e la Sicilia orientale. Non 3 milioni per la SS 113 di Capo Skino, ma quanto occorre per realizzare lo svincolo autostradale a Gioiosa Marea Gioiosa Marea (Me), 03/05/2016 – “È ora di finirla con questa telenovela”. È lo sfogo del presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, dopo la riunione della Presidenza del Consiglio, che ha preceduto la firma dei Patti per Catania e Messina, avvenuta il 30 aprile scorso.
Il riferimento è alla particolare situazione delle città metropolitane della Regione Siciliana, per le quali il sindaco della Città Metropolitana “non risulta ufficialmente legittimato a rappresentare i territori metropolitani”. Un guazzabuglio che è una spia del caos che regna in Sicilia sulla riforma degli enti di vasta area, impugnata dal Governo Renzi, anche se Leoluca Orlando ed Enzo Bianco, sindaci di Palermo e Catania, hanno fatto presente di avere le carte in regola per firmare in qualità di “autorità urbane”.
“I patti delle città metropolitane di Catania, Messina e Palermo – ha detto il presidente Crocetta – li abbiamo sostenuti, abbiamo partecipato alla loro elaborazione, volevamo che si chiudesse prima del Patto per il Sud la programmazione per le città metropolitane, con una serie di interventi a favore di comuni minori e per il dissesto idrogeologico. Non c’è pertanto alcun ostacolo che fermino i sindaci metropolitani. Se si ritiene insufficiente quella firma ci sono i commissari delle città metropolitane che a tutti gli effetti rappresentano gli enti. Altrimenti posso firmare anch’io che rappresento tutti”, ha detto il presidente Crocetta.
E il premier Renzi, venuto in Sicilia, lo scorso 30 aprile, ha rassicurato: “I patti per il Sud che stiamo firmando settimana dopo settimana non sono libri dei sogni, o cambiali aperte. Sono fondi e investimenti su cui le regioni e le città possono contare. Soldi che andranno su singole opere che, quindi, sono sottoposte al vaglio e alla verifica non solo delle
amministrazioni, ma di tutti i cittadini, con crono programmi chiari, trasparenti, verificabili”. Così, in un’intervista al Giornale di Sicilia, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
Il Patto per lo sviluppo della città di Catania è stato firmato il 30 aprile dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal sindaco del capoluogo etneo Enzo Bianco. La consistenza finanziaria complessiva del patto ammonta a 740 milioni di euro, spendibili fino al 2020 tra finanziamenti già individuati e aggiuntivi.
Firmato il 30 aprile anche il Patto per Palermo: 800 milioni per la manutenzione delle strade siciliane. E “il Patto di Palermo prevede degli impegni scritti e se uno sbaglia deve spiegare perché sbaglia. Non lo abbiamo proposto solo a Palermo, ma anche a Catania e alla Regione siciliana, nel patto che firmeremo nelle prossime settimane”. ha ammonito Renzi.
“Nella prossima settimana – ha assicurato ancora il premier Renzi – firmeremo il ‘patto per la Sicilia’ che vale circa 12 miliardi, 2,5 mld nel biennio 2016-17”.
Ma tornando al Patto per lo Sviluppo della Città di Palermo che prevede “attuazione degli interventi prioritari e individuazione delle aree di intervento strategiche per il territorio”, c’è una buona notizia da sottolineare, essendo Palermo Città capoluogo: che tra le principali Linee di Sviluppo e relative aree di intervento, concordate tra la presidenza del Consiglio dei Ministri e la Città di Palermo, è scritto che “gli interventi rientranti in questo settore strategico hanno l’obiettivo di migliorare la mobilità urbana ed i collegamenti con le aree interne (è vero, ndr). Ma è pure scritto che “l’asse stradale ha valenza metropolitana e regionale, in quanto è la spina di collegamento tra la Sicilia occidentale (provincia di Trapani) e la Sicilia settentrionale ed orientale, essendo l’asse viario di collegamento ad alta capacità tra le autostrade Palermo – Catania (A19), Palermo – Messina (A20) e Palermo – Trapani (A29). E nella stessa delibera è considerato “settore strategico, gli interventi per la mitigazione del dissesto”.
Non 3 milioni per la SS 113 di Capo Skino franata in più punti, dunque, ma quanto occorre per realizzare lo svincolo autostradale a Gioiosa Marea, facente parte delle opere di riqualificazione e completamento “dell’asse stradale regionale, in quanto è la spina di collegamento tra la Sicilia occidentale e la Sicilia settentrionale ed orientale, essendo l’asse viario di collegamento ad alta capacità tra le autostrade Palermo – Catania (A19) e Palermo – Messina (A20)”.
E Gioiosa Marea fa parte della Sicilia settentrionale ed orientale, con tutto quel comprensorio che dalla paralisi ‘secolare’ della SS 113, che continua a franare, subisce un danno che non è solo gioiosano ma nazionale.

Domenico Molica Colella

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