Era la mattina del 10 luglio scorso quando la vittima, un 62enne messinese, venne ritrovato dal fratello, nel bagno dell’appartamento del centro città in cui viveva, col volto tumefatto e pieno di lividi e con tutto il corpo pieno di sangue. L’uomo, anche se in evidente stato confusionale, aveva riferito di essere caduto da una sedia la sera prima.
Soccorso dai sanitari del 118 venne portato al Policlinico dove i medici lo sottoposero ad un delicato intervento chirurgico nel tentativo di arginare i danni provocati dalla grossa frattura pluriframmentaria sulla corteccia celebrale, che aveva riportato nell’aggressione. Il 9 settembre, dopo due mesi di agonia, morì al Centro Neurolesi, dove era stato trasferito.
Quando i poliziotti delle Volanti e della Squadra Mobile giunsero sul posto, allertati dai familiari dell’uomo, si resero immediatamente conto che in quell’appartamento era stato commesso un crimine poiché in tutti gli ambienti della casa erano presenti innumerevoli macchie di sangue. Ad insospettire gli agenti anche un mozzicone di sigaretta trovato a terra, e la scoperta che sia la vittima che i suoi familiari non erano fumatori.
Le indagini avviate nell’immediatezza dalla Squadra Mobile, nel giro di pochissimo tempo, portarono a scoprire l’identità dell’autore dell’aggressione. Si tratta di un 28enne messinese già ampiamente conosciuto alle Forze dell’Ordine.
L’uomo inizialmente confessò di aver conosciuto casualmente la vittima il pomeriggio del 9 luglio e di essersi recato nella sua abitazione, su suo invito, proprio con l’intento di derubarlo. A suo dire, approfittando di un attimo in cui era rimasto solo nel soggiorno, aveva iniziato a rovistare nei mobili e, sorpreso dal proprietario, lo aveva spintonato causandone la caduta. Allarmato dal volto insanguinato dell’uomo, temendo di averlo ucciso, si era dato alla fuga portando con se un vassoietto in silver che, sempre secondo la sua versione, sarebbe servito a colpire chiunque avesse potuto ostacolare la sua fuga.
Nonostante avesse ammesso le proprie responsabilità, è apparso evidente agli inquirenti che la versione del malvivente, era stata accuratamene edulcorata. Infatti, attraverso lo studio delle tracce ematiche effettuato nell’abitazione dai militari del RIS, è apparso evidente che la vittima era stata colpita ripetutamente con particolare efferatezza, molto probabilmente con l’ausilio di un corpo contundente, oltre che a più riprese ed in diversi punti della casa.
A conclusione delle indagini stamane gli agenti della Squadra Mobile, in esecuzione dell’Ordinanza di carcerazione emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Messina, hanno arrestato il 28enne, con l’accusa di omicidio aggravato e rapina aggravata.
L’arrestato si trova ora nel carcere di Messina – Gazzi, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria
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