Una storia che andava ormai avanti dall’agosto del 2014, tra minacce di morte, prepotenza e insulti. Da quando D.L. ha iniziato ad avere problemi economici per la propria zia D.F. non c’è stato un attimo di pace. Da quel momento in poi si è scatenato l’inferno: D.F. subiva frequenti richieste di denaro accompagnate da minacce di morte ed intimidazioni, veniva ripetutamente minacciata e molestata in modo da cagionarle un perdurante e grave stato di ansia e di paura, ingenerando in lei un fondato timore per la propria incolumità, costringendola a modificare le proprie abitudini di vita, in particolare aveva lasciato la propria abitazione e pernottava da altri parenti.
Negli anni precedenti D.L. aveva chiesto anche in modo violento somme di denaro ai propri genitori che avevano però evitato di sporgere denuncia in quanto non se la sentivano di denunciare il proprio figlio, sperando che la sua condotta finisse al più presto.
Solo nell’ultimo anno la richiesta di denaro si era spostata anche sulla propria zia che, spaventata dalle minacce del nipote, arrivava a consegnargli ogni mese circa 700 euro.
Nell’ultimo mese le richieste del nipote alla zia erano diventate più incalzanti, e le minacce e ingiurie si erano fatte sempre più gravi. La gravità delle minacce veniva rafforzata dal fatto che, durante gli ultimi episodi in cui richiedeva i soldi, D.L. brandiva un bastone che sbatteva contro il cancello dell’abitazione della zia ed esibiva una pistola, poi rivelatasi essere un’arma giocattolo priva di tappo rosso.
Molto spaventata D.F. decideva finalmente di prendere quella importante decisione, che probabilmente avrebbe dovuto prendere molto tempo prima: chiamare il 112 e denunciare tutto quello che aveva subito durante l’ultimo anno.
Immediatamente i militari della Stazione di Piraino avviavano un’attività investigativa per richiedere una misura cautelare.
Nel tardo pomeriggio di ieri D.L. veniva tratto in arresto dai Carabinieri della Stazione di Piraino in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari disposta dall’A.G. di Patti che concordava con le risultanze investigative dei CC , per i reati di atti persecutori, ingiurie continuate, maltrattamenti e tentata estorsione.
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