Area Marina protetta e “incenerimento di rifiuti” o CSS sono due presenze contrastanti e incompatibili per il nostro territorio. Delle due l’una (la Riserva) è già stata fatta e ha tracciato l’inizio di un nuovo “possibile” percorso di sviluppo per Milazzo e l’intera Valle del Mela.
All’esito di questo procedimento avremo una città più competitiva sul piano turistico, saranno enormi le opportunità di rilancio in questo comparto. Il resto non ha senso. 50 anni fa si puntò sulla industria pesante. Oggi questo modello non tiene più. Dobbiamo trovare la duplice via alternativa: turismo e industria leggera e pulita. Sulla questione CSS e termovalorizzatore, sin dal primo momento ho espresso il mio dissenso poiché non possiamo offrire ai visitatori “brand” contrastanti. E allora dobbiamo chiederci: Quale brand vogliamo per il nostro futuro? Come desideriamo essere visti da turisti e visitatori? Quale immagine consegniamo agli occhi di tutti del nostro territorio? Queste domande hanno un’unica risposta: Milazzo sarà la terra del mamertino, del florovivaismo, del mare. Sicuramente non possiamo far sì che questo territorio diventi una vera e propria “pattumiera” della Sicilia visto che è concreto il rischio di diventare punto di raccolta dei rifiuti di gran parte del territorio siciliano.
Tutto questo non significa rinunciare all’industria. L’area industriale di Giammoro va supportata nel suo sviluppo affinché esca dalla desertificazione con azioni di recupero infrastrutturale e politiche che aiutino gli investitori a venire da noi. Vogliamo una diversa identità comune e la troveremo. Realtà compatibili e “pulite” che diano pure prospettive di investimento a medio-lungo termine. Il percorso che si vuole avviare col Termovalorizzatore va in una direzione opposta e per questo va fermato, anzi non va assolutamente intrapreso
Tommaso Currò