Sequestrati conti correnti a carico di indagati e della società interessata.
E’ stata eseguita ieri da personale della Sezione di Polizia Giudiziaria – Polizia di Stato la misura cautelare interdittiva di sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio ed il provvedimento di sequestro preventivo, emessi, lo scorso 28 settembre, nei confronti di sei persone, ritenute responsabili in concorso tra loro dei reati di frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata commessi nella fase esecutiva dei lavori di allargamento e rettifica delle banchine Vespri e Colapesce del porto di Messina, appaltati dall’Autorità Portuale di Messina nel 2005.Si è anche proceduto al sequestro preventivo per equivalente sui c/c degli indagati e della società TECNIS S.p.a., ciascuno fino alla concorrenza di € 257.187, e in caso di incapienza per la Tecnis di un immobile ubicato in Tremestieri Etneo in cui ha sede la società.Il GIP si è riservato di provvedere in esito all’udienza di cui all’art. 47 L. 231/2001 sulla richiesta di misura interdittiva formulata dalla Procura nei confronti della TECNIS S.p.a., e riguardante il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per anni uno e l’esclusione da agevolazioni, finanziamenti e sussidi da parte di enti pubblici.Le indagini della Sezione di Polizia Giudiziaria avviate a partire dal novembre del 2014, su delega della locale A.G. a seguito di una segnalazione, hanno consentito di appurare la natura fraudolenta delle condotte poste in essere dalla TECNIS S.p.a. (capogruppo e mandataria dell’ATI Tecnis S.pa., Cogip s.r.l., Sigenco s.p.a, Silmar Srl), e da alcune ditte locali incaricate della fornitura del calcestruzzo necessario per la realizzazione dell’opera; il tutto con la presunta connivenza o negligenza della direzione lavori e della commissione di collaudo.La gravità degli indizi acquisiti imponeva l’esecuzione di un complesso accertamento tecnico condotto inizialmente dalla stessa Autorità Portuale, e successivamente esteso (mediante una campagna di carotaggi riguardanti l’intera struttura) dal consulente del P.M. con la collaborazione della stessa Autorità, da cui è emerso che i valori medi della resistenza del calcestruzzo impiegato per la realizzazione dell’intera struttura sono di gran lunga inferiori (classi da 4 a 7 con valori di resistenza da 20 a 40) rispetto a quelli previsti da progetto (classe 8 C 35/45).Indipendentemente dall’ammontare dell’entità della presunta truffa, il danno cagionato al committente appare estremamente grave, per la parziale inidoneità dell’opera al pieno utilizzo (non potendo sostenere i carichi previsti da progetto pari a 4000 Kg/mq ma un carico massimo di 1000 Kg/mq); di conseguenza l’opera appare utilizzabile solo ai fini crocieristici con esclusione di utilizzo ai fini commerciali.
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