Una cornice spettacolare ed artisti di rilievo hanno donato lustro alla seconda edizione dell’Indiegeno Fest, svoltasi il 13 Agosto 2015 al teatro greco di Tindari registrando una buona crescita di pubblico rispetto al suo debutto nel 2014, quando però le serate previste erano due.
L’evento, ospitato dal cartellone delle manifestazioni del Tindari Festival, è stata aperta dal cantautore romano Tommaso Di Giulio, prodotto dalla Leave Music, che è anche la promotrice ed organizzatrice, nella persona del direttore artistico Alberto Quartana, di questo festival. Di Giulio ha presentato, fra gli altri, brani riarrangiati in chiave live e con l’ausilio di percussioni, tratti dal suo ultimo album “L’ora solare”, uscito quest’anno.
Dopo di lui, un tripudio di sicilianità con artisti che hanno radici nella Trinacria: Dimartino, Levante e Colapesce.
I Dimartino non hanno deluso le aspettative, emozionando e rendendo partecipata l’atmosfera; ottima la scelta delle luci, che hanno donato risalto
all’interpretazione di canzoni dal sapore dolceamaro, in particolare l’intensa “Maledetto Autunno”.
È stata poi la volta di Levante, che anticipata da alcune parole recitate dal testo “Abbi cura di te”, ha dato inizio alla sua esibizione proprio con questo brano, eponimo del suo ultimo album. In un alternarsi di dinamicità ed intimismo, la cantante catanese di origine e torinese di adozione, ha saputo coinvolgere il pubblico nei vari passaggi emotivi che hanno caratterizzato la sua scaletta, composta anche da pezzi del suo album di esordio, “Manuale distruzione”. Momenti di grande pathos hanno suscitato “Tutti i santi giorni” e “Mi amo” per la loro armonia di musica e parole densa e sofferta, mentre scariche adrenaliniche sono state assicurate dalla presenza di brani più ‘leggeri’, compresa l’immancabile “Alfonso”, che ha fatto conoscere Levante al grande pubblico nel 2013.
Il quarto in ordine cronologico a salire sul palco del teatro greco di Tindari è stato Colapesce con un’esibizione che però si è rivelata a tratti non troppo convincente per il pubblico presente ed un po’ sottotono (in tutti sensi) rispetto a quelle degli artisti che lo hanno preceduto. I richiami a testi molto noti della canzone italiana (come “L’Italiano” di Toto Cutugno e “Non amarmi” della coppia Baldi-Alotta) che hanno fatto da inserto ai pezzi di questo cantautore siciliano non hanno agevolato la risalita di una scaletta troppo monocromatica.
Dulcis in fundo, intorno a mezzanotte, Niccolò Fabi accompagnato da Gnu Quartet ha regalato con le sue note una splendida ora di musica, proponendo un repertorio dei suoi successi rivisitato in veste acustica. Il cantautore romano si è dimostrato impeccabile e perfettamente in sintonia con la melodia degli archi e dei fiati dei bravissimi Gnu Quartet. Inoltre, Fabi ha manifestato più volte sul palco la felicità di trovarsi in un contesto così ricco di storia e suggestivo come quello del teatro greco di Tindari e, mostrando grande apprezzamento anche per l’Indiegeno Fest, ha invitato le Amministrazioni Comunali del territorio a dare il loro contributo attivo per le edizioni che verranno, invito accompagnato peraltro dall’auspicio di una sempre maggiore partecipazione di pubblico ad un evento che ha dimostrato di avere le carte in regola per poter diventare un appuntamento fisso non soltanto per gli appassionati della musica indipendente.
“Non è”, “Il negozio di antiquariato”, “Offeso”, “Costruire”, “Oriente” sono soltanto alcuni dei pezzi di Niccolò Fabi che hanno trovato il loro perfetto incastro in una cornice antica e prestigiosa quale quella di questo teatro affacciato sul Tirreno: come lui stesso ha affermato, la musica espressa in un luogo simile sprigiona quasi un potere terapeutico nella sua bellezza, facendo dimenticare qualsiasi sentimento di tristezza o malinconia e donando sollievo all’animo.
Infine, non è mancato un passaggio sulla collaborazione con Max Gazzé e Daniele Silvestri, che ha portato fra l’altro ad un tour come band (Fabi Silvestri Gazzè) durato due anni con relativa pubblicazione dell’album a firma dei tre “Il padrone della festa”, dal quale Fabi ha interpretato per l’occasione “L’amore non esiste”.
Al termine di tutte le esibizioni, la line up al completo della seconda edizione dell’Indiegeno Fest è salita sul palco per i ringraziamenti di rito, offrendo al pubblico entusiasta un omaggio inaspettato: la loro personalissima esecuzione de “La stagione dell’amore” di Franco Battiato.
Bilancio in crescita dunque per un festival che seppur partito un po’ in sordina lo scorso anno, ha sempre ottenuto la fiducia da parte dell’Amministrazione Comunale di Patti e da Anna Ricciardi, direttrice artistica del Tindari Festival, che l’ha fortemente voluto sin da prima che nascesse.
Qualche appunto va fatto soltanto all’aspetto organizzativo, che ha registrato alcune lacune soprattutto per quanto ha riguardato la gestione del pubblico presente, non essendo stati predisposti posti numerati ed aree riservate a tutti i giornalisti provvisti di pass.
Pienamente certi comunque l’Indiegeno possa essere un progetto in costante crescita e miglioramento, l’augurio è che davvero questa manifestazione possa diventare un volano irrinunciabile per la musica e per il territorio che lo ospita.
Maria Ilenia Crifò Ceraolo
15 Agosto 2015