Dante ( nome di fantasia) è un dolcissimo uomo, rimasto bambino, con tanti sorrisi da donare e poche parole, che lo aiutano nello svolgimento delle funzioni quotidiane.
Dante è una voce fuori dal coro: è affetto dal disturbo dello spettro autistico.
È figlio unico; i genitori lo adorano, lo accudiscono amorevolmente, lo educano come i tanti bambini normodotati. Viene seguito con cura e apprensione anche dalle diverse educatrici che veicolano attorno a lui.
Tutto l’amore che lo circonda Dante lo sente, lo percepisce, ed a suo modo lo ricambia, mostrando vicinanza e attaccamento a chi gli sta intorno ed esprimendosi anche attraverso il disegno.
Nonostante le difficoltà di comunicazione che il caso comporta, la profondità dei sentimenti di Dante emerge chiara e inequivocabile.
I genitori sono consapevoli che l’ arma più potente per combattere questo “nemico” è il reciproco amore incondizionato che appare l’ unico modo per allietare un’esistenza già tanto provata dalla patologia. Loro provvedono a tutto, lavorando dignitosamente; persone umili, dotate di amorevole coraggio. Vivono per Dante e cercano, con destrezza, di provvedere alle sue necessità.
È comprensibile che il cruccio più grande per la coppia, sia immaginare il futuro di Dante, il loro caro figlio, senza la loro presenza.
Dante, malgrado il deficit cognitivo, possiede un talento innato, che gli permette di riprodurre su carta le immagini che lui legge in ciò che vede.
Il suo tempo Dante lo trascorre con i genitori, i quali lo portano con frequenza a fare delle lunghe passeggiate…e disegnando. Conosce l’arte del disegno e la applica, ne fa motivo di vita. Per Dante sono sufficienti una matita ed un foglio con i quali, da perfetto autodidatta riesce a esprimersi immortalando messaggi e sentimenti a lui cari.
A Dante muore la mamma diversi anni fa, rimane solo con il padre, con il quale stabilisce un legame indissolubile. Padre e figlio vivono in perfetta simbiosi, uno accanto all’altro tutto il loro tempo e vivono l’un per l’altro.
È significativo che imprima nel disegno la figura paterna, oggi lontana da lui per gravi motivi di salute, per poi tenerla accanto al letto a fargli compagnia per la notte. Dante ha raffigurato il padre agonizzante su di un letto ed il disegno lo ha collocato su di una sedia che proprio la notte mette in direzione del cuscino, in modo che lui possa vederla, quasi a tenergli compagnia.
Emerge in maniera tanto dolorosa quanto sorprendente che Dante ha piena coscienza della gravità delle condizioni del padre. La qualcosa fa ben sperare, che riesca a metabolizzare e superare il dolore che questo enorme e prossimo distacco gli procurerà.
Spessissimo, a fronte dei limiti e delle carenze fisiche o psichiche che la disabilità comporta, supplisce e colma ogni vuoto la profondità dei sentimenti che in taluni soggetti sembra essere sviluppata, amplificata oltremodo, che rende questo mondo sbalorditivo e affascinante, da studiare ed osservare.
È una storia di una grande tenerezza, di una grande umanità e di un grande e indissolubile Amore.