Un progetto innovativo sperimentale, di ricerca-azione, di prevenzione dei fenomeni di Bullismo e Cyberbulismo è quello che si è appena concluso all’Istituto Comprensivo di Brolo.
Il progetto, supportato dalla Fondazione Ticino Olona di Legnano, in provincia di Milano, ha permesso agli studenti di 13 scuole, di cui 12 dell’hinterland di Milano e una del Sud Italia, la nostra autentica Avanguardia Educativa, di frequentare un corso di formazione sul bullismo e cyberbullismo. L’evento finale, nell’innovativa e originale palestra del plesso di Via Libertà a Brolo, ha visto la consegna delle patenti agli studenti dei tre comuni, Brolo, Sant’Angelo di Brolo e Ficarra.
Ampia la partecipazione delle istituzioni, con la presenza, per un breve saluto, dei Sindaci Basilio Ridolfo del comune di Ficarra e di Francesco Paolo Cortolillo del comune di Sant’Angelo di Brolo.
Le autorità di pubblica sicurezza hanno visto la partecipazione della Polizia di Stato, con il Vicequestore aggiunto del Commissariato di Patti, dott. Salvatore di Blasi e il commissario dott. Salvatore Ceraolo Spurio del commissariato di Capo D’Orlando, e L’arma dei Carabinieri con il capitano Rocco Romeo del nucleo operativo di Patti.
L’incontro, ricco e articolato, moderato dal dirigente scolastico, Bruno Lorenzo Castrovinci, si è svolto con la presenza di tutti i ragazzi e i docenti che hanno partecipato al progetto.
Splendidamente coordinato dalla referente, maestra Pizzuto Nunziatina, il progetto ha visto ben 13 le scuole coinvolte nel progetto “Una patente per lo smartphone”, ubicate tutte, eccetto il nostro istituto di Brolo, nell’area metropolitana della città di Milano.
In Lombardia, nell’Istituto Comprensivo di Viale Legnano di Parabiago, capofila della rete nazionale di scopo, gli studenti hanno ricevuto la cosiddetta “patente per smartphone” direttamente dalle mani della senatrice Elena Ferrara, promotrice della legge 71/17 che tutela i minori in materia di bullismo e cyberbullismo garantendo loro vari diritti. “Questa legge l’ho fatta per voi” ha dichiarato la senatrice, “Il bullismo è un problema globale, voi ragazzi siete la soluzione”. Il progetto è stato supportato moralmente ed economicamente dalla Fondazione Ticino Olona.
Il progetto è nato in alcune scuole piemontesi che, seguendo i dettami della legge 71/17, hanno voluto sensibilizzare gli studenti sul tema del bullismo che crea «danni irreparabili», secondo l’ex magistrato Pietro Forno.
La senatrice Ferrara, in pieno spirito di ricerca azione, ha proposto al Ministero dell’Istruzione di lanciare il progetto a livello nazionale, ricevendo l’input di cominciare a sperimentarlo in alcune regioni. È stato così che la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Viale Legnano di Parabiago, Monica Fugaro, ha colto l’iniziativa e lavorato per mettere in piedi questo progetto, coinvolgendo altre 11 scuole lombarde e una Siciliana, l’istituto Comprensivo di Brolo.
Le scuole:
1. IC Viale Legnano di Parabiago
2. IC Fermi – S. Giuliano Milanese
3. IC Montessori – S. Giuliano Milanese
4. IC Cassina de Pecchi-Cassina de Pecchi
5. IC Marcello Candia-Milano
6. IC Diaz di Vaprio D’Adda
7. IC Brolo (ME)
8. IC V Giornate di Milano
9. IC Di Vona Speri
10. IC Noviglio Casarile
11. IC Matteotti Sedriano
12. IC Leonardo da Vinci Somma Lombardo
13. IC Silvio Pellico Arluno.
L’iniziativa è stata pensata inizialmente per i ragazzi della scuola secondaria di primo grado, ma successivamente è stata estesa ai bambini della scuola primaria.
Ha introdotto i lavori il dirigente scolastico Bruno Lorenzo Castrovinci, illustrando agli studenti la differenza tra Bullismo e Cyberbullismo, maschile e femminile, sottolineando i comportamenti dei bulli e delle bulle.
Il dirigente si è soffermato poi sull’evento che ha portato all’adozione della legge 71/17: “Il triste caso della quattordicenne Carolina Picchio, ripresa mentre, in stato di incoscienza, veniva “toccata” da un gruppo di coetanei e suicidatasi per gli insulti che le sono arrivati via Internet, è stato ciò che ha spinto il legislatore ad attivarsi in questa materia”.
Il fenomeno del bullismo si è amplificato con l’avvento dei social , in particolare con la diffusione del cosiddetto “hate speech”, le parole d’odio sempre più presenti nelle chat. I ragazzini nemmeno sanno che insultare in chat è un reato, bisogna renderli consapevoli di quello a cui vanno incontro.
“‘Spero che da oggi siate più sensibili alle parole’”, così Carolina Picchio chiudeva la sua lettera di addio 10 anni quando si è trovata da sola ad affrontare un mondo, subendo revenge porn.
Sfortunatamente dai sondaggi emerge che solo il 30% dei ragazzi conosce la legge 71, bisogna diffondere nei giovani la consapevolezza di quello che fanno, agendo in questo modo.
Interessanti gli interventi del commissario Ceraolo, del vice questore Di Blasi e del capitano Rocco Romeo che hanno catturato l’attenzione dei ragazzi e dei bambini, e che hanno consegnato le patenti agli stessi.
Un momento significativo quindi tra istituzioni, su una tematica importante e che conclude questo interessante progetto dove noi, scuola innovativa del sud Italia, abbiamo avuto l’occasione di confrontarci con 12 scuole lombarde, su un tema di assoluta attualità.