Il Carnevale Gioiosano segnalato, da Giuliana Scaffidi, al Servizio Turistico Regionale 15 di Messina

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Il Carnevale Gioiosano, carnevale storico siciliano, é da sempre, il carnevale più Distinto dell’ isola, ed attira ogni anno numerosi visitatori, spettatori di uno spettacolo senza eguali, che accorrono per assistere alle scenografiche sfilate dei carri allegorici, tra coloratissimi maschere e splendidi costumi storici, ( un tempo, proprio agli albori del Carnevale, venivano reclutati al Teatro Massimo) e ciò che ha sempre contraddistinto questo carnevale… il movimento che coinvolge e fa divertire.

E’ una tradizione che si tramanda e non ha età. È partecipato sia dal piccolo sia dall’ adulto e da chi ancora muove quel piede senza alcuna difficoltà.
Per il popolo Gioiosano, il Carnevale ha una pregnanza importante.
Nasce come simbolo di spensieratezza e di allegria e si colloca fra le più fortunate manifestazioni della provincia di Messina.
Il Carnevale, tanto atteso, si apre con la Racchia, maschera senza fondamento, senza un’identità, creando attraverso questo travestimento, l’apertura del Carnevale, che si annovera, fra i più antichi.
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I Gioiosani si sa, sono sempre stati antesignani in tantissimi vizi e virtù, i quali hanno dato ad ogni ” propria” cosa, una connotazione singolare, tipica del proprio estro. Prima fra tutti la connotazione goliardica.
Il Murgo é la maschera rappresentativa di Gioiosa Marea, come può essere Pulcinella a Napoli, pertanto identifica, caratterizza. Con un frac e con un cilindro, il Murgo, rappresenta, fra il serio e il faceto, il Direttore dell’ antica Murga, una piccola orchestra formata da emigranti di ritorno dall’ Argentina, che suonavano vecchi strumenti musicali, tra i quali un trombone del 1815.

Chi portò in Italia e precisamente a Gioiosa Marea questa “maschera”, ideandola a proprio uso e…consumo, fu proprio il Buon Turi Zampino, emigrato in quella terra che non gli apparteneva, ove aveva assimilato questo aspetto della cultura latino-americana, arricchendola con elementi locali tratti dal contesto.
Ritornato a Gioiosa Marea, creò una piccola orchestrina, la quale, girando per le vie cittadine, dava il benvenuto al Carnevale.

In occasione di questa annuale e tanto attesa ricorrenza, per omaggiare la maschera del Murgo, è stato realizzato un prodotto da gustare, che facesse riferimento all’arte culinaria nostrana, tipica del territorio, denominato “Primo piatto il MURGO”, i cui artigiani del gusto con la propria inventiva, la propria arte culinaria e la propria esperienza hanno raffinato.
I prodotti enogastronomici ” Il Murgo” rappresentano una caratteristica ed un gusto unico, da trovare solo a Gioiosa Marea. Oggi, il ” Primo piatto il Murgo” costituisce un’ icona ed è il piatto più ricercato e gustato.

A Carnevale era tradizione diffusa, anche qui unica nel proprio genere, sino all’ avvento dei circoli, allestire le case cittadine e con un giradischi, accogliere “i maschiri.”..farli poi ballare ed offrire loro liquori e dolciumi. Il giro era lungo e le case rimanevano aperte per lungo tempo; tempo scevro da pericoli. L’usanza era “riciviri i maschiri”, e pertanto le porte delle case restavano aperte a chiunque fosse mascherato. La maschera poteva fare ogni sorta di scherzo ai padroni di casa, i quali ovviamente tentavano di riconoscerla. I travestimenti carnevaleschi erano i più svariati e correlati alla fantasia più estrosa del momento.

Una delle maschere che ha contraddistinto ancora il carnevale Gioiosano fu dapprima ” a bautta”-baùta ( provenienza francese ) composta da una gonna nera a mantello poggiata sulle spalle, abbondantemente riccia da coprire le braccia; una federa di cuscino con pizzo poggiato in testa a cappuccio legato sul davanti. Dalla vita in giù un lenzuolo di lettino chiuso lateralmente, la lunghezza era libera,
seguita dal classico domino, rigorosamente in raso.

Si narra che anche i padroni di casa erano soliti lasciarsi travolgere da tanto entusiasmo e dopo l’arrivo delle maschere, ricorrevano a travestimenti estemporanei. Spesso indossavano vestiti dismessi senza curarsi degli accostamenti, che ridicolizzavano alquanto.
Le maschere non erano solite farsi riconoscere, anzi, fuggivano quando venivano riconosciute, passando frettolosamente nell’ abitazione successiva.

I personaggi del Carnevale di un tempo furono tanti, personaggi che hanno dato i natali e di cui oggi, non si sono dimenticati quei tanti momenti felici.
Ricordiamo innanzitutto Ignazio Spanò e Filippo Terranova per la loro innata arguzia e lo spirito squisitamente Gioiosano. I loro travestimenti erano attesissimi ad ogni carnevale; i più famosi furono quelli di Dante e Beatrice, Giulietta e Romeo, Coppi e Bartali, la balia ed il neonato, Nerone e Poppea, il chirurgo ed il paziente, risalenti, si presume, ai primi degli anni cinquanta. Tutti questi rappresentati con la goliardia di cui i Gioiosani erano capaci.

Il Carnevale aveva un altro personaggio assai famoso, oggi come allora, a cui fu dato il titolo di Capitano, sopra descritto “il Murgo”, alias Salvatore, per tutti Turi Zampino, con il suo inseparabile violino.
Da festa popolare, intesa in senso corale e di massima partecipazione, in questi ultimi anni, il Carnevale si è circoscritto alla vita dei circoli cittadini ed alle attese sfilate dei carri, ove nel tempo, si è creato un mese di puro divertimento, organizzando manifestazioni collaterali alle sfilate, fra cui ” Tra costumi e chiacchiere”, rivisitazione del Carnevale di una volta, la Sagra del Pesce stocco e la Sfilata delle Murghe di quartiere.

Le giornate designate per le sfilate erano due, il giovedì grasso ed il martedì, giorno che concludeva il periodo carnascialesco.
Prima le sfilate erano due, nel tempo sono passate a tre, domenica, giovedi, sfilata serale e martedi.Il giovedì fu sempre una tradizione rigorosamente Gioiosana, i cui fasti ricordano ancora l’ incontrastato successo.

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