Con i giudici in piazza, terzietà a rischio. L’allarme dell’OCF

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Le dichiarazioni di ieri del dottor Angelo Giorgianni, magistrato di Corte d’Appello a Messina, nel corso di una manifestazione organizzata nella Città dello Stretto indicata come il “No paura day”, pongono ancora una volta il tema della terzietà del giudice.

Lo si legge in una nota dell’Organismo Congressuale Forense, organo di rappresentanza politica dell’Avvocatura italiana.

Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa e dai quotidiani, il dottor Giorgianni avrebbe dichiarato che “stiamo vivendo in una dittatura, la peggiore perché fondata sul nostro consenso”, facendo riferimento all’emergenza sanitaria in corso e aggiungendo che “noi non dialoghiamo con questo governo e ci aspettiamo che in esito alle denunce che abbiamo fatto revocherà velocemente lo stato d’emergenza, il coprifuoco, il lockdown e soprattutto tolga le mani dai nostri figli rinunziando all’idea di vaccinare una categoria di persone che non e’ a rischio. Altrimenti si metteranno contro le piazze che rischiano di diventare sempre più calde”.

Frasi molto gravi che ripropongono, insieme al tema della terzietà del giudice, anche quello della riforma dell’ordinamento giudiziario. Secondo il dettato della Costituzione infatti, “ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a un giudice terzo e imparziale”.

“Al di là del merito delle esternazioni in oggetto – commenta il Coordinatore dell’OCF, l’Avvocato Giovanni Malinconico – ricordiamo che un giudice, se non obiettivamente terzo, dovrebbe quantomeno apparire come tale. Come dire, questo sarebbe il minimo sindacale. E invece certe forme di partigianeria lasciano assolutamente interdetti e si aggiungono ad altre vicende degli ultimi tempi che hanno profondamente turbato l’opinione pubblica”.

Il riferimento è alla cosiddetta loggia Ungheria, allo scontro fratricida in atto in seno alla Procura di Milano, alla sostituzione in corso di procedimento di giudici delle indagini preliminari come accaduto a Verbania.

“Alle cronache delle ultime settimane, il cittadino assiste attonito e chiede garanzie – conclude Malinconico – mentre ci sembra che la bozza di riforma dell’Ordinamento Giudiziario e del CSM uscita dalla Commissione Luciani  abbia scelto di non affrontare i temi più delicati. Temi che invece saranno discussi pubblicamente dall’Avvocatura nel prossimo Congresso, convocato a Roma alla fine di luglio, dal quale usciranno proposte concrete che sottoporremo al Ministro Cartabia”.


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