Floresta: “Il mio giudice sarà il popolo” – Cappadona dice la sua dopo il voto di sfiducia

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La responsabilità politica di chi ha gettato nel baratro Floresta dovrà essere chiara a tutti
A dirlo è Antonio Cappadona, che rompe il silenzio, dopo che ha assistito al voto della sua ex maggioranza che decretato con l’opposizione consiliare (7 voti favorevoli, due contrari ed un astenuto) la decadenza dalla carica di sindaco.
L’ormai ex sindaco, ha lasciato passare qualche giorno per tornare a parlare, l’aveva fatto domenica durante il comizio in piazza, e durante i lavori consiliari.

“Ho letto il comunicato dei sette firmatari, lo definisco risibile. Ho ricevuto attestazioni di affetto di stima di solidarietà da parte di amministratori, amici, di tantissimi cittadini di Floresta, una raccolta di firme a mio favore, ma anche di onorevoli e politici regionali oltre a quella di tanti amministratori locali. Questo per me è importante. Abbracci che riscaldano il cuore, e che danno il senso del mio agire politico”.

Ora a Floresta si respira aria di elezioni, probabilmente già ad ottobre si voterà, ma per il momento sarà il tempo della gestione commissariale.
“Un funzionario – spiega Cappadona – nominato dal Presidente della Refgione su indicazione dell’assessorato agli enti locali, che curerà la gestione ordinaria della vita amministrativa del paese”.

“In questo momento” dice Cappadona “ci voleva qualcuno che con un colpo d’ali faceva volare Floresta, dovevamo parlare di ri-nascita del paese dopo la pandemia, di ripresa delle attività economiche, del turismo, di promozione del territorio, di ricucire gli strappi nel tessuto economico, di dare forza alle imprese… noi ci stavamo pensando, avevamo progetti e piani di interventi anche su Ottobrando. Ora tutto si congelerà sotto il sole dell’estate. Questa è la grande jattura di questa sfiducia, fatta senza pensare alle conseguenze, ma solo nella speranza di voti, di visibilità, di nuovi posti al comune”.



Cappadona ribadisce quanto detto nel suo intervento in aula sottolineando che non era una difesa: “non devo difendermi per colpe che non ho – dice il sindaco – ho solo puntualizzato quanto fatto, evidenziato le incongruenze di chi votava prima atti propedeutici messi in atto dall’amministrazione e poi ha rinnegato con un voto quanto fatto”. ” Ma il passato non si può cancellare.



Poi continuando, aggiunge “Ai miei concittadini voglio dire che i consiglieri che sono intervenuti spiegando le loro motivazioni che hanno determinato la mozione della sfiducia dovrebbero, domani ,spiegarlo a loro. E’ una motivazione che ho definito stravagante quanto risibile che rasenta, nel suo dipanarsi, il ridicolo amministrativo.



E’ un vero e proprio travisamento dei fatti e che potrei tranquillamente impugnare davanti al giudice amministrativo, con tutte le maggiori probabilità di annullamento. Ma possono star tranquilli tutti sette consiglieri firmatari di quell’atto, non lo farò. Non mi avvarrò della facoltà di oppormi, perchè il mio giudice sarò il popolo e non loro”. Un chiaro ed esplicito riferimento alla voglia di riproporsi, già detta duranti il comizio di domenica “sono un soldato e combatterò”.



Cappadona durante il suo intervento aveva bollato quella mozione come qualche cosa che “sa di prepotenza, di arroganza, e di violenza nei confronti non verso di me ma davanti ai cittadini di Floresta”, aggiungendo “Come farete a giustificare davanti al popolo florestano l’arrivo del commissario, l’abbattimento violento e immotivato, abbinato a bramosia smaniosa di voglia di potere di un’amministrazione attiva.” Chiedendosi: “Basta questo a giustificare quanto fatto?” Per Atgonino Cappadona questo è un autentico salto nel vuoto.



Politicamente aggiunge che l’asserita conflittualità tra amministrazione da lui diretta e il consiglio comunale è un falso politico.
Lui ha sentito di soffermarsi sull’argomento anche in aula: “i consiglieri sottoscrittori hanno dimenticato, sottaciuto, eluso di dirle della presa d’atto del documento del 18.dicembre 2020 relativo alla relazione sul programma. Qui nessuno dei consiglieri ha sollevato obiezioni o critiche.
Potevano farlo ma hanno votato”



Aggiungendo ancora: “Infondatezza sulla critiche concorrono nei seguenti provvedimenti quasi totalmente votati all’unanimità, pochi solo con la maggioranza e qualche astenuto. Sono deliberazioni importanti dove si è condiviso, riconoscendole valide senza riserve, le scelte fatte dalla mia amministrazione.”



Capapdona ricorda e riassumere una serie di atti che dal 2018 conduco ad oggi. Parla di approvazione di assestamenti di bilancio (2018), di programma triennale delle opere pubbliche (2019 approvato a maggioranza) di bilanci di previsione 2019 – 2019\2021 approvati all’ unanimità); dei rendiconti di esercizio (2018 con 9 voti su 10) del riconoscimento dei debiti fuori bilancio (a maggioranza, 2019) del rendiconto programma triennale, del piano di alienazione, della relazione sullo stato del bilancio” .



Per Cappadona questi atti non hanno scarso valore politico “ma sono il frutto di una programmazione condivisa, l’asse portante del buon funzionamento dell’amministrazione, altro che assenza di dialogo tra le parti”, ed esterna il suo giudizio politico “Questi cari signori parlano bene e razzolano male, contestano ma votano. Questo devono raccontare ai miei concittadini che oggi sono perplessi e confusi, sul loro comportamento”.



Sulla nomina degli esperti, Cappadona va come un rullo compressore “in via preliminare gli incarichi sono stati dati nel rispetto della normativa e avvalersi funzionari e professionisti esterni ha avuto riflessi positivi e fruttuosi, anche nel senso della formazione dei dipendenti, dei capi area, e sono qui pronto ad essere smentito nei fatti” e continuando:“Possono dirlo ad alta voce non ho disatteso nulla, ho puntato tutta l’attività amministrativa, a 360 gradi, verso gli interessi dei cittadini, anche e soprattutto in questo tempo di pandemia. La mia amministrazione ha agito sempre con grande senso del dovere, guardando al bilancio, evitando sprechi, chiudendo molti pregressi. Io ho agito da buon padre di famiglia”.



Quindi :“E voglio ricordare ai sette consiglieri e soprattutto a chi al termine della votazione ha applaudito a quel voto che abbiamo evitato contenziosi, puntato all’equilibrio del bilancio, evitato sprechi, non abbiamo mai pensato di vessar nessuno, mai nessun cittadino e mai nessuno consigliere, abbiamo agito nel rispetto di norme e regolamenti e per questo abbiamo detto anche qualche NO. Scelte per le quali forse ho pagato con questa mozione. Ma va bene così”.
Cappadona alla fine ricorda a se stesso ma ai cittadini che nel settore delle opere pubbliche sono state 49 quelle definite, avviate, programmate, “un bel record”.



Alla fine, mentre il comune è retto dal vicesindaco, l’ingegnere Giuseppe Corica, in attesa del Commissario, Cappadona ringrazia chi gli è stato vicino, la sua giunta, chi ne ha fatto parte in questi anni, i dipendenti, i capi area, i funzionari regionali con i quali si interfacciava quasi giornalmente portando avanti le istanze per Floresta, i funzionari dell’Usl che sono stati vicini in questo momenti di crisi sanitaria. “Abbiamo fatto tanto per mantenere Floresta sicura” e guardando al futuro dice. “Certo non mi fermo, ho idea da attuare per far Floresta bella è accogliente sempre di più, faremo nuove alleanze, costruiremo una coalizione sana e affidabile, facendo tesoro delle esperienze passata, sempre con Floresta nel cuore”.

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