Mi piace pensare che ogni piccolo passo sia un grande passo, e, soprattutto, mi piace pensare che il coraggio sia determinante nel nostro cammino.
Facile asserire che ci vorrebbero nuovi negozi, bazar, atelier, bar, ristoranti: la realtà è sotto gli occhi di tutti. La domanda, tuttavia, è: quanto è difficile sensibilizzare una società civile quando questa, con dati allarmanti alla mano, non è disposta ad investire?
Nessuno è obbligato ad agire in tal senso e chi lo fa si muove per finalità atte a costruire un personale futuro lavorativo a volte animato da un legame affettivo al proprio territorio. Oggi, è innegabile che, il contributo del singolo al luogo ove vive, sia un atto di coraggio. Atti quest’ultimi che hanno, lo dico con rammarico, assunto una connotazione secondaria nell’agire sociale di ognuno di noi per diversità di ruolo.
Le cause sono a tutti visibili: l’indotto si è notevolmente ridotto, ma, è pur vero, che ciò sia avvenuto perché il cittadino comune, dal piccolo al grande imprenditore, non ha più investito. Non ci stiamo credendo più, abbiamo perso fiducia. Le motivazioni sono alla sottoscritta ben comprensibili e non vuole essere il mio un atto di accusa, bensì un’analisi proveniente non da troppo lontano. Sono, infatti, stanca di parlare di antichi fasti, molti dei quali ho vivamente vissuto, desidero, invece, fare un’analisi che porta a confortarmi, che mi induca a pensare che, forse, qualche macchina si sta rimettendo in moto.
Qualcuno ancora investe nella nostra piccola perla e lo fa decidendo di non andare via e di produrre quantomeno un inizio di indotto. Penserete che per esserci quantità numerica ci vogliano negozi “qualificati“, brand consolidati. Credo, invece, nel rispetto di chi esercita e agisce sul campo, di chi si mette quotidianamente in gioco. Sono segnali che esortano, incidono nella potenzialità di creare una nuova economia.
Vi sono certamente delle parti mancanti. Un ruolo fondamentale lo deve esercitare un’Amministrazione forte, oculata, attenta alle istanze di ogni singolo cittadino. Ma di questo magari ne parleremo a tempo debito. Ora va solo detto che, in primis, una classe politica locale, ha l’obbligo, se tiene al futuro economico del proprio territorio, di designare un Assessore o Esperto al Commercio che, possa mettere in rete tutti i commercianti; disporre di fidi e sostegni che incentivino l’apertura di nuove tipologie di commercio, ad oggi mancanti su tutto il territorio. Fare opera di marketing anche attraverso degli specialisti del settore è fondamentale.
So bene che il discorso può apparire farraginoso che, lo stesso, potrebbe avere dell’inverosimile, tuttavia, su questi spiragli di luce edifico la mia casa. Non si tratta di una metafora tanto lontana dalla realtà. Sono consapevole che la crisi degli ultimi dieci anni ha attanagliato il settore commerciale tanto da far chiudere in ogni luogo, badate bene, in ogni luogo, quasi un’ attività a settimana e che questa difficile e continuata crisi non abbia risparmiato Gioiosa. Ciò non vuol dire che, con gli accorgimenti adeguati, non si possa risanare una parte toccata dall’improduttività.
Il non avere un’associazione di categoria, avente fini “terapeutici commerciali”, non ha reso giustizia alla causa. Un’associazione di categoria monitora il settore commerciale in tutte le sue parti, fa rete e da’ un contributo fondamentale illustrando le problematiche alle Amministrazioni ma, soprattutto, dalla dialettica fra pubblico e privato, si possono raggiungere soluzioni produttive utili per la ripresa. Oggi, senza ombra di dubbio si è ancora in tempo per trovare soluzioni che diventino da monito per tutte le componenti sociali.
A Gioiosa Marea questo si sta percependo sempre più, vuoi perché la concentrazione maggiore si trova sulla via principale, vuoi perché non vi è stato nessun ricambio generazionale o nessun interesse che qualificasse il settore.
Chiediamoci allora perché nasce questa attestazione, assai elementare, ma che può dare il senso ad una possibilità che potrebbe non fare più acqua da tutte le parti? Perché, personalmente credo che, anche attualmente, si possa comprare a Gioiosa Marea. Perchè si deve ritornare ad acquistare esclusivamente, passatemi la perentorietà, solo a Gioiosa e poi, perché…eppur si muove!
Due nuove attività si sono, con molto coraggio, aperte all’avvenire gioiosano. Due esercizi commerciali ed un fast food.
Un’altra nuova, una terza, si affaccia alla prossima apertura. Non è il caso di tirare un sospiro di sollievo, perché manca tanto ancora e non so quando riusciremo a realizzare una nuova sequela di negozi, ma, è pur vero, che ogni piccolo passo, in una terra non commerciale, è già un grande passo.
Ah! dimenticavo: l’eleganza dei due negozi aperti in questo ultimo anno è davvero gradita agli occhi.
Giuliana Scaffidi