L’obiettivo è quello di garantire l’occupazione di chi, tra mille difficoltà ma con grande professionalità, vive di questo lavoro. L’emergenza coronavirus ha fatto emergere la fragilità del comparto, che oggi più che mai ha bisogno di supporto e regole certe per gli ingaggi. La proposta del sindacato autonomo SACS CISAL, che ha richiesto il confronto al quale hanno partecipato per conto dell’esecutivo De Luca gli assessori Dafne Musolino e Pippo Scattareggia, è quella di istituire un albo comunale (che dovrebbe essere di riferimento anche per i gestori dei locali nei quali si fa musica dal vivo) nel quale inserire i professionisti del settore, che ogni giorno pagano sulla propria pelle non solo l’indifferenza delle istituzioni verso un settore fondamentale come la musica, ma anche la concorrenza scorretta di chi fa un altro lavoro e si trasforma in musicista per hobby, magari a 30 euro a sera.
Una proposta accettata da Musolino e Scattareggia, che hanno anche accolto anche la richiesta del SACS CISAL di convocare un tavolo al massimo entro 10 giorni e, in quell’occasione, di presentarsi con tempi certi sul bando per l’albo. “Siamo consapevoli -spiega il segretario provinciale Clara Crocè- che l’emergenza coronavirus non si è conclusa e che non ci sono certezze reali rispetto a quando si potrà riprendere a fare musica dal vivo o concerti. Però, dopo decenni di assoluta deregolamentazione, è indispensabile dare delle risposte a questi lavoratori che lavorano con serietà e che troppo spesso sono messi da parte a favore di chi pratica la musica come hobby. Il nostro sindacato sta già lavorando a livello nazionale per dare vita a un loro statuto, che metta nero su bianco paletti e regole certe. I musicisti non sono figli di un dio minore e devono avere la stessa dignità degli altri lavoratori, con regole che tutelino la loro professionalità e garanzie contrattuali”.
A dare voce alle istanze del mondo dell’intrattenimento musicale il coordinatore provinciale del SACS CISAL Guglielmo Sidoti. “L’albo che chiediamo -ha spiegato ai due assessori- è indispensabile perché rappresenterebbe la mappatura degli artisti presenti in città. Dovrebbe essere utilizzato non soltanto dall’amministrazione di Palazzo Zanca quando si devono organizzare manifestazioni e c’è la necessità di reperire artisti locali, ma anche per rilanciare i settori dell’intrattenimento musicale e della ristorazione. Per i gestori dei locali che decidono di scritturare o ingaggiare gli artisti che si vogliono esibire, la creazione dell’albo comporterebbe degli innegabili vantaggi perché i clienti non andrebbero solo a cenare o a bere ma avrebbero anche la possibilità di assistere a un intrattenimento musicale professionale. Contestualmente, l’artista sarebbe finalmente tutelato grazie a un contratto regolare”.
Presenti all’incontro di ieri pomeriggio anche una delegazione di musicisti in rappresentanza delle band che si esibiscono dal vivo e una rappresentanza dell’orchestra del Teatro Vittorio Emanuele. In particolare, per questi ultimi il SACS CISAL ha preteso che l’amministrazione si assuma impegni ben precisi per far lavorare sia gli orchestrali che i tecnici precari durante l’estate. “Il proprietario del teatro Vittorio Emanuele è il Comune -spiega Crocè- che dopo molti anni con l’amministrazione De Luca ha ripreso a versare il contributo annuo. Quindi, se l’Ente Teatro vuole continuare a usufruire di spazi e denaro pubblico deve far lavorare musicisti e maestranze. Diversamente, pretenderemo dal sindaco che ritiri dal Consiglio di Amministrazione i due componenti che sono espressione di Palazzo Zanca”.