Martini: antica e florida borgata, un tempo indipendente, oggi facente parte del nostro bel paesino: Sinagra ( Sinaria).
Punto di ritrovo per i tanti emigrati, che, soprattutto in estate, ripopolano con nostalgia e tanta voglia di appartenere e di fare, il luogo.
In questi giorni, in particolare, si celebra la ricorrenza estiva in onore a S. Antonio Abate, Protettore degli animali. Un momento di condivisione ed armonia festosa che unisce grandi e piccoli, indigeni e non, curiosi, visitatori, artisti vari quali Alessandro Barocchi di Firenze e Riccardo Velluto di Capo d’Orlando.
Oltre alla Chiesa di S Antonio, v’è quella di S. Giovanni Battista, risalente ad epoca medioevale, con una particolare Meridiana ottocentesca. Sul portone principale un agnello sacrificale accoglie i fedeli.
All’esterno alcune volontarie (Alessia Calamunci, Maddalena Destro e Giorgia Sinagra) con Sali cromatici hanno creato una vera e propria opera d’arte raffigurante S. Antonio assorto in preghiera; mettendo in risalto l’amore per la natura, utilizzando colori vivaci ed armoniosi.
Tutti gli abitanti si sono impegnati, abbellendo angoli e vicoli con opere originali di vario genere, utilizzando l’arte del riciclo e tanta fantasia.
I bimbi armoniosi e felici, anche per l’installazione dei nuovi giochi da parte dell’amministrazione comunale e grazie al sostegno di un imprenditore Brolese ( chi dona con gioia lo fa nel nome del Signore…), sono stati lodevoli.
Mattia Nardo, Salvatore Natalotto e Antonella Fogliani hanno recitato delle composizioni riguardanti la natura e l’ambiente circostante.
Lungo la via S. Antonio, alcuni artigiani Veronica Tranchita, Agostino Veronica, Lucia Calanni, Caterina d’Errico, Maria Cristina Degiovanni, Edyta Kromulska e L’Orto dei Nebrodi espongono le proprie creazioni e prodotti, attirando i passanti.
In particolare, risalta agli occhi di chi passa una singolare mostra fotografica: “Le barriere del suono” ad opera del Fotografo Carmelo Spano’
Interessante progetto, volto a sensibilizzare e trasmettere alla platea la voglia di conoscenza di un tema molto delicato e sentito dall’autore.
Si ispira al lavoro di un fotografo svizzero, Renè Burri, che tra l’altro, ha ideato la famosa effigie di Ernesto Guevara De la Serna, il “Che”.
Per alcuni tale progetto può apparire come un’utopia, una chimera; ma il solo fatto di essere esposto, è già una conquista. Il percorso logico comprende nell’ordine tre elementi : occhi, labbra, mani.
Solo tre dei protagonisti sono non udenti, il messaggio trasmesso non lascia indifferenti gli sguardi dei passanti.
Infine spazio al momento ludico e ricreativo con piatti tipici della zona e un piacevole sottofondo sottofondo musicale, infatti, la vita sarebbe un errore (FRIEDRICH NIETZSCHE).
La Pro Loco di Sinagra ha aderito all’organizzazione dell’evento, con gli abitanti del luogo, sinergicamente, per integrare originalità a questo rito antico tra religiosità e folklore.