Si è svolto il 28 giugno, presso la Sala Conferenze di Piazza Mario Sciacca a Patti (ME), il convegno dal titolo “Lo Sport senza Barriere” in cui sono stati trattati temi come la disabilità, il razzismo e il bullismo.
Il convegno ha voluto “utilizzare” lo sport come strumento educativo e sociale, così da esplorare l’universo sportivo non solo nell’ambito dell’esercizio fisico e ludico ma impartendo impulsi utili nella vita quotidiana.
I presenti tutti concordi che l’attività sportiva è un ottimo mezzo di integrazione e racchiude il principio educativo volto a fornire indicatori di vita sociale per le generazioni di ogni età. La disabilità, il razzismo e il bullismo non devono essere una barriera per chi pratica sport e se ancora oggi, purtroppo, ci sono delle barriere è solo per una forma di discriminazione dovuta alla non conoscenza.
Il pubblico presente ha partecipato con una certa enfasi infatti molti gli interventi dal pubblico e parecchie anche l’idee a sostegno dell’iniziativa con inviti a riproporre in altre città il convegno.
Hanno partecipato al convegno portando la loro testimonianza Andrea Argento – Presidente AIAC di Messina nonché Tecnico Nazionale Calcio Paralimpica, Francesco Palmeri – Responsabile Tecnico del Centro federale di Capo d’Orlando e Giovanni Costantino – Collaboratore del CT dell’Ungheria Marco Rossi nonché campione d’Ungheria nel 2017 con Honved Budapest.
Martin Calisto: Ci tenevo a organizzare questo convegno a Patti perché sono convinto che attraverso lo sport si possano dare segnali e insegnamenti per una crescita della società. Il titolo del convegno “Sport senza Barriere” non è un titolo scelto a caso ma proprio le tematiche trattate – disabilità, razzismo e bullismo – ancora oggi nel 2019 possono rappresentare barriere per atleti o semplici appassionati che vogliono praticare sport. Il messaggio che questo convegno vuole lanciare e di strada totalmente opposta. Lo sport è di tutti.
Andrea Argento: La disabilità, il razzismo e il bullismo sono forme di discriminazione diverse ma della stessa matrice, della stessa natura, che devono andare in direzione opposte di quella che è la pratica sportiva, lo sport unisce e deve sempre unire. Questi sono messaggi per i quali devono essere educati i nostri giovani.
Francesco Palmeri: La mia esperienza mi porta a dire che bisogna mettere al centro del gioco il bambino così che i ragazzi che praticano, poi diventino degli adulti facenti parte di una società migliore così diminuiamo l’impatto che tematiche come bullismo, disabilità e razzismo possono avere sulla pratica sportiva.
Giovanni Costantino: Purtroppo nel calcio ancora esistono episodi di razzismo ma le federazioni stanno cercando di fare molto per combattere questo fenomeno, così come anche la UEFA e FIFA combatte questi episodi. Ci sono Nazioni come Francia ed Inghilterra sono Nazioni multietniche che hanno fatto grandissimi passi avanti per combattere questo fenomeno.