Lunedì 17 giugno nell’ambito delle azioni di sensibilizzazione per la Giornata Mondiale per la Lotta alla Desertificazione interessante iniziativa a Foresta. La Giornata è stata l’occasione per analizzare le azioni promosse nell’ambito della Convenzione e valorizzare i progressi raggiunti dai 197 paesi che l’hanno ratificata nel campo della gestione sostenibile del territorio e del suolo.
In occasione della Giornata Mondiale della Lotta alla Desertificazione ed ai Cambiamenti Climatici, si è svolta lunedì 17 giugno, nella prestigiosa Sede del Palazzo Landro Scalisi di Floresta un seminario sul tema ”Lotta alla Desertificazione ed ai Cambiamenti Climatici – dall’identificazione degli habitat a rischio ambientale al ripristino”.
L’incontro, patrocinato dall’Ateneo peloritano, è stato introdotto dall’Ing. Francesco Cancellieri, Coordinatore Area Tematica “Aree Protette ed Ecoregioni” di SIGEA e dal prof. Bernardino Romano, docente dell’Università dell’Aquila, mentre le conclusioni sono stae affidate al prof. Giovanni Randazzo, docente dell’Ateneo peloritano.
A condurlo – introducendo e moderando – ci ha pensato l’assessore-giornalista Letizia Passarello.
Diversi i contributi al seminario. Tra questi quelli della prof.ssa Rachele Castro, delling. Maurizio Erbicella, del prof. Francesco Piccione, e delle prof.sse Daniela Romano e Alessandra Ragusa.
Da registare i saluti iniziali portati, da buon padrone di casa, dal sindaco Antonino Cappadona e l’intervento dell’assessore all’Ambiente di Floresta Nino Ferro.
Ad inizio della conferenza, l’associazione presieduta dall’ing. Francesco Cancellieri, ha consegnato una targa al sindaco, ed anche una statuetta e un quadro dedicato alla città di Floresta – sempre consegnati nelle mani del sindaco -.
Tra il folto pubblico di professionisti, presenti molti presidenti dei consigli degli Ordini sia regionali che provinciali che hanno patrocinato l’evento.
Il seminario era valido, con i suoi crediti, per la formazione professionale.
Note a margine:
La desertificazione rappresenta il degrado delle terre aride, semi-aride e sub-umide secche attribuibile a varie cause tra cui le variazioni climatiche e le attività umane.
In pratica, si manifesta con la diminuzione o la scomparsa della produttività e complessità biologica o economica delle terre coltivate, sia irrigate che non, delle praterie, dei pascoli, delle foreste o delle superfici boschive causate dai sistemi di utilizzo della terra, o da uno o più processi, compresi quelli derivanti dall’attività dell’uomo e dalle sue modalità di insediamento, tra i quali l’erosione idrica, eolica, etc; il deterioramento delle proprietà fisiche, chimiche e biologiche o economiche dei suoli; e la perdita protratta nel tempo di vegetazione naturale
In base ad un criterio di produttività biologica, la Conferenza delle Nazioni Unite sulla Desertificazione, tenutasi a Nairobi nel 1977, adottò una definizione di desertificazione «riduzione o distruzione del potenziale biologico del terreno che può condurre a condizioni desertiche».
La Convenzione ha scelto di adottare una definizione di desertificazione «degrado delle terre nelle aree aride, semi-aride e sub-umide secche, attribuibile a varie cause, fra le quali variazioni climatiche ed attività umane» .
La Convenzione per la Lotta contro la Desertificazione nei paesi colpiti da grave siccità o desertificazione, con particolare urgenza in Africa, si prefigge di affrontare le dimensioni sociali ed economiche del fenomeno, non limitandosi agli aspetti ambientali o agro-forestali, ma dando grande enfasi alla crescita della capacità di pianificazione e di intervento sia a livello nazionale che a livello locale.
L’UNCCD prevede la predisposizione di Piani di Azione Nazionale (PAN) finalizzati allo sviluppo sostenibile con l’obiettivo di ridurre le perdite di produttività dei suoli causate da cambiamenti climatici e attività antropiche.