Se da poco meno di 20 anni l’Assemblea Generale dell’Onu ha istituito la ricorrenza della Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne vuol dire che il grido di allarme è unanime e giunge da tutte le parti del mondo.
In Italia tanti i simboli e le iniziative promosse non solo dalle Istituzioni ma soprattutto dalle organizzazioni che sono vicine alla popolazione e possono testimoniare, con maggiore oculatezza, lo spessore e l’estensione del fenomeno sul territorio.
Anche solo dibattere su questa grave realtà sociale ha consentito alle donne di confrontarsi, uscendo dal silenzio e dall’isolamento che caratterizza la condizione in cui vivono le persone vittime di violenza fisica o psicologica. Confidarsi, sapendo di essere ascoltate ed accolte dalle Forze dell’Ordine, dalle Istituzioni o dai professionisti che si occupano della materia, è il primo passo che le donne vittime di violenza devono fare per reagire all’incubo che le sta inghiottendo.
Così come è fondamentale imparare a riconoscere quei segnali iniziali di prepotenza esercitati da parte dei conviventi che, con crescente iracondia, si trasformano in comportamenti dolosi e violenti causa di morte o di gravi menomazioni fisiche.
Purtroppo il fenomeno di violenza di genere non sembra diminuire, nei primi 9 mesi del 2018 sono 32 i casi di femminicidio in Italia. Dal 2005 anche il nostro Paese ha aderito alla campagna internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ed in tutte le piazze della Nazione si svolgono iniziative atte a sostenere le donne a non avere paura di portare fuori dalle mura domestiche i loro drammi.
Lentamente, la tenacia di questa campagna di sensibilizzazione sta accrescendo nelle donne la consapevolezza che ci può essere possibilità di salvezza e di riscatto manifestando apertamente i propri disagi.
Da parte mia, in qualità di consigliere delegato alle Pari Opportunità del comune di Capo d’Orlando, non posso che esprimere solidarietà nei confronti di chi vive tristi e difficili situazioni familiari. Purtroppo c’è ancora tanto da lavorare per educare alla cultura del rispetto delle donne e troppo spesso accede che si mortifichi l’intelligenza femminile per far prevalere l’arroganza maschile.
Linda Liotta