Si è concluso ieri con una pesantissima condanna il processo innanzi al Tribunale di Patti a carico degli agenti di polizia Tindaro Bonsignore, Aurelio Schepisi e Massimo Mollica accusati, i primi due, di aver procurato gravi lesioni al giovane Alessandro Salmeri, residente nella frazione S.Giorgio di Gioiosa Marea, nonché per aver reso falsa testimonianza durante l’udienza di convalida, mentre il terzo per aver falsamente verbalizzato l’accaduto ed omesso di sporgere denuncia alle autorità competenti.
La vicenda trae origine dall’arresto di Allessandro Salmeri, operato sul lungomare di Patti Marina la mattina di capodanno 2013 dagli agenti Bonsignore e Schepis, poliziotti in servizio presso il commissariato di Patti, con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
Il processo a carico del Salmeri si concluse nel 2015 con la sua piena assoluzione, mentre i poliziotti coinvolti nell’arresto, a seguito di denuncia-querela sporta dal Salmeri, vennero rinviati a giudizio per i reati di lesioni personali, falsità in atti e falsa testimonianza.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, sostenuta dal Pubblico Ministero dott. Alessandro Lia, due agenti Tindaro Bonsignore e Aurelio Schepisi, già sul lungomare di Patti Marina, percossero con schiaffi e pugni Alessandro Salmeri, mentre durante il suo trasposto al commissariato e in seguito nella camera di sicurezza gli hanno inferto violente manganellate, arrecandogli gravissime lesioni, guaribili in 38 giorni. Per occultare le loro responsabilità hanno falsamente attestato e riferito che il giovane si era procurato le ferite mediante atti di autolesionismo con testate contro l’auto di servizio e contro il muro della camera di sicurezza.
L’agente Massimo Mollica, invece, era accusato di aver falsamente verbalizzato quanto accaduto nel commissariato, riferendo di episodi di autolesionismo del ragazzo per scagionare i colleghi e per aver omesso di sporgere denuncia all’autorità competente dell’aggressione perpetrata dai suoi colleghi in danno del Salmeri.
Nel procedimento si sono costituite parti civili Alessandro Salmeri, difeso dall’avv. Sergio Petralia e i suoi genitori, l’avv. Salvatore Salmeri e Magistro Antonia, difesi dall’avv. Vincenzo Amato.
Dopo una lunga istruttoria dibattimentale, che ha visto sfilare decine di testimoni e consulenti medico-legali, il Tribunale, nella persona del Giudice Monocratico dott.ssa Eleonora Vona, ha ritenuto gli imputati colpevoli ed ha condannato Bonsignore Tindaro alla pena di anni 5 di reclusione, Schepis Aurelio alla pena di anni 4 e mesi 6 di reclusione e Mollica Massimo alla pena di anni 4 di reclusione, dichiarandoli interdetti dai pubblici uffici per anni 5.
Il Tribunale, inoltre, ha condannato gli gli imputati ed il responsabile civile Ministero dell’Interno, al risarcimento dei danni patiti dalle costituite parti civili da liquidarsi in separata sede, nonché al pagamento delle spese processuali.