Ha preso il via a Milazzo la seconda edizione della rassegna sulla legalità “se si insegnasse la bellezza” promossa dagli assessorati all’Istruzione e alle Politiche Giovanili in collaborazione con l’associazione “Magico” di Milazzo.
Sulla scorta del successo ottenuto l’anno scorso con la prima edizione, quest’anno la rassegna è stata proposta anche a Messina con un buon successo di pubblico delle scuole.
Qualche giorno fa il via anche a Milazzo al Teatro Trifiletti. Un inizio intenso con “Ossa” dal raccon-to popolare dell’osso che canta alla storia di Placido Rizzotto, sindacalista siciliano che animò il mo-vimento di occupazione delle terre a Corleone dando vita alla prima forma di antimafia sociale del dopoguerra che in embrione già cominciava a muoversi per tutta l’isola. Eccellente il monologo in-terpretato da Alessio Di Modica. A seguire il dibattito con il giornalista Emilio Pintaldi.
I prossimi incontri della rassegna saranno il 7 e l’8 marzo con lo spettacolo di Angelo Sicilia “La stanza di Lia” opera dei pupi che narra la storia di Lia Pipitone uccisa dalla mafia a 25 anni nel 1983. Anche per questi spettacoli ci sarà la presenza di ospiti che approfondiranno con i ragazzi i temi trat-tati come Mari Albanese scrittrice e il magistrato della procura di Barcellona, Federica Paiola.
Giorno 20 marzo incontro con la giornalista Eleonora Iannelli con il suo libro “Meglio il lupo che il mafioso” e a seguire il 21 marzo e il 24 aprile proiezioni sul bullismo e cyberbulismo
“Le scuole sono quindi la base dalla quale partire per cambiare le cose – affermano gli organizzatori – . Per fortuna la maggior parte di esse oggi prevedono al proprio interno progetti legati alla legalità.
Il nostro percorso si propone di integrare tali progetti attraverso dei media che a scuola non possono essere utilizzati. L’arte, sotto forma di cinema e teatro, come strumento di accrescimento culturale ma anche e soprattutto come strumento di sviluppo di una coscienza civica e sociale. Non proponiamo infatti dibattiti e conferenze lontani dal linguaggio e interesse degli studenti ma proposte artistiche che colpiscono la loro attenzione con tecnica ed espressione più coinvolgenti e approfondimenti dei temi con i protagonisti e testimoni delle vicende narrate.
La particolarità di questo progetto consiste nel sondare, studiare, leggere alcune pagine sanguinose e tragiche della storia del nostro paese attraverso però la prospettiva di un positivo messaggio di speranza, valorizzando storie e profili positivi di giornalisti, magistrati, sacerdoti, uomini e donne che rappresentano all’interno dell’orbita luttuosa della mafia esempi luminosi ed etici preziosi per un percorso non solo didattico ma educativo ai valori della bellezza a cui rimanda la straordinaria frase di Peppino Impastato che dà il titolo alla rassegna”.