Parallelamente, per abbattere l’imponibile, e così sottrarsi ad una maggiore tassazione, le imprese appaltanti utilizzavano a loro vantaggio fatture per operazioni inesistenti per giustificare l’acquisto di materie prime potenzialmente necessarie per edificare le opere rurali appaltate, emesse in taluni casi dagli stessi associati.
L’approfondita attività di polizia economico-finanziaria svolta dalla Tenenza, ha consentito ai militari di rilevare significativi flussi di denaro che i soggetti investigati hanno puntualmente reimpiegato mediante la creazione di “fondi neri”, nell’intento di occultarne la provenienza delittuosa; con ciò, rendendosi responsabili del reato di autoriciclaggio, innovativa fattispecie criminosa recentemente introdotta nell’ordinamento giuridico italiano. Nel complesso, l’indagine ed i successivi riscontri di natura amministrativo-fiscale, hanno permesso di portare alla luce un’ingente truffa ai danni dello Stato e dell’Unione Europea che ammonta a circa 9.000.000,00 di euro, tra contributi comunitari per circa 3milioni, evasione d’imposta per altri 2milioni e danno erariale.
L’operazione RURIS della Guardia di Finanza s’inquadra nel più ampio contesto della lotta agli sprechi di denaro pubblico, nella prospettiva di un’allocazione più trasparente ed efficiente di finanziamenti nazionali e comunitari. Il buon utilizzo dei fondi pubblici, infatti, favorisce la crescita e lo sviluppo produttivo del territorio che, soprattutto nell’area nicosiana, si contraddistingue per l’elevata presenza di soggetti economici operanti nel comparto agricolo e per la generalizzata inadeguatezza delle infrastrutture rurali e delle strade di collegamento interaziendali.
La vigilante azione ispettiva del Corpo, in questo ed in altri settori della vita economica del Paese, contribuisce all’affermazione del principio di legalità in un settore economico trainante dell’economia siciliana, intorno al quale orbitano ingenti finanziamenti pubblici.