Cio’ che e’ giusto lo e’ oggettivamente, indipendentemente da posizionamenti e interessi di bottega. Peccato che, nel passato, quando per primi abbiamo sollevato il gravissimo dramma dell’erosione costiera, sia prevalso in alcuni il sentimento della partigianeria e probabilmente del miope opportunismo.
Per anni abbiamo lottato col cuore e senza secondo fine alcuno: e’ stato un lavoro continuo, logorante, con un dispendio di tempo ed energie non indifferente.
Peccato che, forse, non sia stata compresa appieno la gravita’ della situazione e apprezzato cio’ che si stava facendo per il bene della collettivita’ e del territorio in generale: si e’ riusciti, dopo anni di immobilismo, ad ottenere la valutazione di impatto ambientale per il progetto di ripascimento redatto dalla Provincia di Messina, si e’ riusciti a coinvolgere e sensibilizzare l’Amministrazione Comunale e l’Assessorato Regionale, sono state espresse, con il supporto di motivazioni tecnico-scientifiche, delle perplessita’ riguardo all’intervento tampone, e’ stata richiesta la riclassificazione del grado di rischio e pericolosita’ dell’area, si erano raggiunti traguardi importanti che, per dinamiche oscure, sono stati cancellati con un colpo di spugna.
Attraverso un certosino e silenzioso lavoro la problematica dell’erosione di San Giorgio di Gioiosa Marea era balzata prepotentemente all’attenzione dei media e delle cronache nazionali e regionali e non vi era “uomo di potere”, grazie anche ai tanti incontri effettuati a Palermo e alle interrogazioni fatte presentare al Parlamento Siciliano e a quello Nazionale, che non fosse a conoscenza della situazione… Insomma, si era affrontata la questione con serieta’ professionale.
Occorre, liberandosi dal consociativismo trasversale, verticale e orizzontale, fare chiarezza e, soprattutto, evitare che le polemiche sterili possano fuorviare le coscienze dal raggiungimento dell’obiettivo principale; ma credo che sia doveroso sottolineare che spesso siamo rimasti soli e invisi talvolta a parte di “pezzi” della comunita'; se e’ vero, come lo e’, che “l’unione fa la forza” sarebbe sbagliato continuare a non percorrere la strada dell’autentica collaborazione.
Cio’ che e’ giusto e’ giusto a prescindere da chi lo propone; ma fino a quando non si superera’ il retaggio culturale dell’appartenenza ad una fazione non si potra’ favorire una sana, costruttiva e autentica opera di miglioramento della societa’ tutta e non si avra’ modo di concentrarsi sulla restanza ovvero su quanto sia essenziale nei pericoli difendere, riprendere, valorizzare ciò che resta di funzionante dei precedenti processi di sviluppo.
“Coppa Trinacria” FitTpra Tennis & Padel, Claudia d’Agati, Valentina Fleres e Marco Cicero convocati per rappresentare Messina.
Ritorna l’ evento più atteso dell’anno con la