Molto comodo percepire l’indennità di accompagnamento e contemporaneamente essere ricoverati in strutture sanitarie gratuite. L’indennità incassata non spettava! E’ quanto accertato dal Nucleo di Polizia tributaria di Caltanissetta che nel corso del corrente anno ha svolto una attenta ricognizione delle posizioni dei soggetti che risultavano percettori dell’indennità di accompagnamento e contestualmente erano ricoverati in lungodegenza a titolo gratuito.
In particolare, l’attenzione degli investigatori si è concentrata su quei cittadini che, essendo titolari di tale indennità, si trovavano in degenza gratuita per periodi pari o superiori a 30 giorni. La legge prevede che al vericarsi di tale presupposto l’indennità di accompagnamento deve essere sospesa per l’intero periodo di ricovero; i percettori, pertanto, sono obbligati a segnalare all’INPS la propria condizione di ospedalizzazione. In tale contesto i nanzieri nisseni hanno appurato che sul territorio provinciale molteplici persone avevano omesso la suddetta comunicazione e, pertanto, percepito indebitamente l’indennità di accompagnamento per il periodo di degenza gratuita in struttura sanitaria. Tale illecita condotta ha procurato anche nocumento alle casse dell’azienda sanitaria provinciale per il mancato versamento delle rette giornaliere di degenza, quando dovute, sia da parte dei pazienti che – in caso di compartecipazione – dei comuni di residenza degli stessi.
Nel complesso le omissioni rilevate hanno generato un cospicuo danno alla spesa pubblica nazionale e locale. L’attività ispettiva ha permesso di individuare, dopo complesse analisi documentali e incrocio di informazioni ricavate dall’azione di intelligence, duecentoventitre persone che hanno frodato l’erario dal 2014 al 2016. Per tali soggetti è stata inoltrata segnalazione all’ Autorità Giudiziaria e Prefettizia per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello stato e per il recupero dell’illecito guadagno conseguito ammontante a trecentomila di euro, oltre sanzioni pecuniarie per circa mezzo milione di euro. Il danno erariale cagionato è stato di quasi un milione di euro, denunciato alla Corte dei Conti di Palermo