Allo sbarco dei 619 migranti approdati venerdì scorso a bordo della nave della Capitaneria di Porto “Diciotti CP 941” sulla coste della Città dello Stretto c’era anche la Squadra Mobile della Questura di Messina.
Immediate le attività di indagine svolte dai poliziotti alla ricerca di presunti scafisti. In particolare gli investigatori riscontravano elementi degni di approfondimento in due degli eventi oggetto dell’attività di soccorso a mare. Grazie anche alle informazioni fornite dagli operatori della nave intervenuta nel salvataggio dei migranti, tre soggetti di origine marocchina risultavano alquanto sospetti.
Questi, dalle numerose testimonianze dei migranti sottoposti ad intervista, venivano individuati come i vigilanti dei locali insistenti in una non specificata località libica nei quali molti erano stati rinchiusi in attesa di intraprendere il “viaggio della speranza” verso le coste italiane.
I tre inoltre venivano indicati come coloro che durante la prigionia distribuivano i pasti e discutevano in modo confidenziale con i libici responsabili dell’accampamento.
Sempre dalle testimonianze raccolte in sede di indagini, supportate per di più da immagini video estrapolate da alcuni cellulari in possesso dei migranti, gli operatori di polizia individuavano in due dei tre suddetti marocchini coloro che, alternandosi alla guida, avevano condotto il natante, nel terzo, invece, colui che era in possesso di un telefono satellitare.
Il quadro probatorio ricostruito in modo chiaro, preciso e concordante permetteva, pertanto, ai poliziotti della Squadra Mobile di procedere al fermo di P.G.
Dell’accaduto si informava prontamente il Sost. Proc. della Repubblica competente il quale disponeva la traduzione dei tre marocchini presso la Casa Circondariale di Gazzi, in attesa della convalida da parte dell’A.G.