I Carabinieri di Santo Stefano di Camastra, proprio nel giorno in cui si firmava il patto per MASTER PLAN fra gli enti locali interessati alla realizzazione del futuro porto attestavano la sicurezza dell’area, arrestando tre malintenzionati che, nella notte, si erano portati nella zona di “Barche Grosse” per asportare oggetti e natanti. La trascorsa notte, infatti, veniva sgominata una banda di palermitani in trasferta: Salvatore Giglio cl. 1978, Lodovico Martorana cl. 1981 e Pietro Palazzo cl. 1966, già noti alle Forze dell’Ordine.
I malviventi erano giunti nel paese della ceramica a bordo di due autovetture, delle quali, una rubata il giorno precedente a Monreale (PA) (e già attrezzata con il gancio di traino per portare via un natante su carrello – circostanza che non veniva realizzata per il pronto intervento dei carabinieri – ) ed una Hyundai Atos di proprietà di uno dei rei. Equipaggiati di vari attrezzi atti allo scasso ed approfittando della copertura offerta dalla notte, erano intenti ad armeggiare sulla battigia prendendo di mira alcune barche ormeggiate in località “Barche grosse” ( dove sorgerà il futuro Porto), smontando batterie e pezzi da un motore fuoribordo. Non vi riuscivano nell’intervento, perché una gazzella stefanese, alle 04:00, resasi conto della presenza sospetta, tendeva ai ladri un agguato, scendendo per la via che dal centro, conduce alla località marina, in modo occulto (con motore a bassissimi regimi e senza lampeggianti). Poiché la strada ha solo due vie di fuga, i militari prima di intervenire, bloccavano una delle strade di potenziale deflusso dall’area mettendo il mezzo di traverso a chiusura della via ed, a piedi, accedevano dall’altra parte, mandando i rei verso il tappo creato. La pattuglia dei carabinieri decideva d’intervenire e, nonostante l’inferiorità numerica, li acciuffava. I rei, resisi conto della presenza dei militari, cercavano di scappare a bordo della Hyundai, che, però, rimaneva bloccata nella chiusura d’area ad arte creata. Una volta bloccati i tre pregiudicati venivano condotti in caserma dove gli ulteriori accertamenti permettevano di risalire ai proprietari dei natanti danneggiati a cui veniva restituito il maltolto (costituito da due taniche di benzina , batterie e diverse parti asportate da alcuni motori fuoribordo). In mattinata i tre, dopo la convalida dell’arresto, sostenuta davanti al Gip del Tribunale di Patti, a cura del Sostituto Procuratore Dott. Luca Melis, venivano sottoposti agli arresti domiciliari.