DAL LANZET ALLA POLKA, LA DANZA NEL DNA DEI ‘GIOVANISSIMI CINQUANTENNI’

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15/07/2016 – Si chiama Lanzet ed è un ballo dei primi del 1800, una danza contadina riconducibile al mondo dei pastori. La provincia di Messina e i Nebrodi sono le aree dove, particolarmente, con questa danza i pastori salutavano la transumanza, di recente raccontataci con un interessante servizio da Nino Mirabile.
“Gli uomini sognano più il ritorno che la partenza”, scrive Paulo Coelho nel suo volume L’Alchimista. Così i pastori si preparavano alla partenza e ‘sognavano’ il ‘ritorno’ danzando. La transumanza, vale a dire la migrazione delle greggi, era roba da maschi, perciò questa danza veniva ballata da soli uomini. In effetti ricorreva spesso che in Sicilia si ballasse “masculi cu’ masculi”, tra soli uomini insomma.20160714_233311
C’era pudore nel ballo, riservatezza, responsabilità. Attraverso il ballo si intessevano relazioni sentimentali e d’amore (è vero), ma pure d’amicizia, sociali e perfino disarmonie, si gestivano conflitti personali e familiari, si incontravano e si dividevano strade e interessi; si legavano e si scioglievano fidanzamenti e matrimoni. Fino alle estreme conseguenze, giacché nel ballo il contatto fisico, le intese e i malintesi potevano dare luogo a ‘motivi di contendere’ e, nel buio della sera, il matrimonio del Guarracino dell’antica canzone popolare napoletana (una tarantella del ‘700) diveniva realtà: erano mazzate.
Ecco, allora, che quanto avvenuto ieri sera all’Auditorium, teatro comunale di Gioiosa Marea, assume la portata di uno spettacolo che va oltre lo spettacolo, ma è cultura e antropologia, come hanno opportunamente commentato Turi Borà, anima organizzativa e trascinatore del gruppo Folklorico ‘Il Meliuso’ e lo stesso Giovanni Molica Colella, antesignano dei gruppi folk a Gioiosa Marea, colui che per primo ha promosso questo genere nella cittadina tirrenica.
Controdanza comandata, tarantella, sissa, lanzet, polka, hanno richiamato la danza propiziatoria della fertilità; la festa e l’accoglienza della nostra terra; la lotta tra il bene e il male; l’eros propiziatore della vita sulla morte. Il corteggiamento ricorre in quasi tutti i balli proposti ieri sera dal Gruppo riportato sul palcoscenico da Turi Borà, sommatoria di utti quei ragazzi e giovani d’allora che hanno dato vita al Gruppo del Meliuso e prima ancora alle diverse compagini formatesi a Gioiosa Marea, con tutte le evoluzioni che vedono oggi Il Melisuo primeggiare tra i gruppi folklorici siciliani.
Lo spettacolo è stato di ottimo livello, convincente e pienamente godibile, impreziosito dagli abiti di scena ricercati, ricchi di simbologie e colori, di ottima fattura. Tra danze miste e richiamami alla vendemmia, alla mietitura, alla transumanza, si è inserito benissimo il canto, con la riproposta di due brani ‘classici’ del repertorio siciliano, interpretati con grazia e bravura da Magda Costantino e da Carmelita Sidoti.
Il gruppo musicale del Meliuso ha costituito l’anima sonora di questa serata, che ha visto i giovani del nuovo Meliuso in azione, antefatto di una vicenda artistica che non si ferma ma prosegue nel suo percorso di riproposta delle tradizioni folk loriche, compresa la riproposta di personaggi e caratteri gioiosani.
Applausi ed entusiasmo hanno salutato questa serata d’esordio. Giovanissimi e ‘giovanissimi cinquantenni’ in azione con bravura e competenza, a riprova del fatto che Gioiosa Marea conserva tradizioni ed esperienze.

Mimmo Mòllica

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