Il 12 giugno Papa Francesco ha presieduto la Santa Messa per il Giubileo degli ammalati seguita dalla preghiera mariana dell’Angelus Domini. Tantissimi i fedeli presenti in Piazza San Pietro. Tra essi il nostro ex parroco Don Salvatore Danzì.
Durante la messa la rappresentazione dell’episodio odierno del Vangelo nella lingua dei segni. “Cari ammalati, affidatevi allo Spirito Santo, che non vi farà mancare la luce consolante della sua presenza” ha scritto il Papa oggi in un tweet. “La condizione di rinascita coinvolge l’intera esistenza, anche la malattia, la sofferenza e la morte sono inserite in Cristo e trovano in lui il loro senso ultimo. – ha detto il Papa nell’omelia del 12 giugno 2016 – Oggi questa parola di vita trova nella nostra assemblea una particolare risonanza.
Tutti prima o poi siamo chiamati a confrontarci e a scontrarci con le fragilità e le malattie altrui. (…) Anche se una medicina ci fosse sarebbe accessibile a pochissime persone. La natura umana porta inscritta in sé la realtà del limite. Si ritiene che una persona malata o disabile non possa essere felice e ciò che è imperfetto oggi deve essere oscurato perché attenta la serenità dei privilegiati… ‘meglio tenere nascoste queste persone perché non intralcino il ritmo del falso benessere perché diventano un peso economico insostenibile’. Ma in realtà quale illusione vive l’uomo di oggi quando chiude gli occhi davanti alla malattia e alla disabilità. Il mondo non è migliore perché vi sono persone apparentemente perfette, per non dire truccate. (…) Oggi una delle patologie più frequenti è la derisione, una sofferenza che coinvolge l’animo e lo rende triste. L’occasione della vita è amare nonostante tutto. La felicità che ognuno desidera può essere raggiunta solo se siamo capaci di amare, non c’è un’altra strada. Quante persone disabili e sofferenze si riaprono quando scoprono di essere amate e quanto amore grazie alla terapia del sorriso. La fragilità può diventare conforto alla nostra solitudine. Gesù ha rivelato l’amore che si dona senza limiti. Gesù è il medico che guarisce con la medicina dell’amore. Il modo in cui viviamo la malattia è indice dell’amore che siamo disposti ad offrire ed è criterio di dare senso alle esperienze della vita anche quando le vediamo assurde e immeritate. Nella debolezza possiamo diventare forti“. Il Papa oggi ha ricordato anche la schiavitù moderna del lavoro minorile. “La discriminazione delle persone con disabilità mentale è una cosa molto brutta e lo è ancora di più se avviene in una parrocchia. Aiutato dai laici, il sacerdote deve invece accogliere e ascoltare tutti — non ci sono scuse — aiutando ciascuno a capire la fede, l’amore e ad accostarsi ai sacramenti perché tutti possono conoscere Dio”. Questo ha detto ieri Papa Francesco in occasione di un convegno promosso dalla Cei in aula Paolo VI.