Martedì 26 gennaio alle 16 il sindaco Giovanni Formica incontrerà a palazzo dell’Aquila le organizzazioni sindacali in sala giunta per affrontare e condividere le possibili soluzioni al problema relativo alle retribuzioni del personale dipendente del comune.
Il primo cittadino ha anche inteso replicare ad un articolo di stampa in merito alla mancata corresponsione degli emolumenti ai lavoratori. Questo il contenuto della sua nota:
“Avrei preferito evitare le polemiche, ma è d’obbligo replicare ad un articolo di stampa che, com’è ovvio considerata la fonte, tenta di confondere i lettori sulle responsabilità della spiacevole situazione determinatasi, che non riguarda soltanto gli stipendi, ma anche l’impossibilità di fare fronte a vere e proprie emergenze della nostra città, dalle buche nelle strade alla pubblica illuminazione.
È bene ribadire una cosa: checché se ne dica, Milazzo è l’unico comune d’Italia ad essere fermo al 2013 con gli strumenti finanziari e non certo per colpa mia che sono stato eletto a giugno del 2015. Chi si lancia nella spericolata ricostruzione delle norme di legge in questa materia, come sempre dimostra di studiare “a saltare”. Dimentica, per esempio, che era compito della precedente amministrazione approvare il bilancio di previsione 2014 ed il conto consuntivo 2014. Quest’ultimo entro il termine ultimo del 30 aprile 2015. E che per procedere alla sua approvazione era necessario effettuare il riaccertamento straordinario dei residui. Cosa, manco a dirlo, nemmeno avviata.
Lo stiamo facendo noi, mettendo le mani in una contabilità disordinata che ha fatto sobbalzare l’ispettore ministeriale che ha appena concluso il suo lavoro a Milazzo e del quale attendiamo con impazienza di conoscere la relazione.
Capisco pure che per chi scrive basti, a risolvere il problema, trasmettere al tesoriere un elenco a caso dei presunti residui attivi e passivi. Con la stessa approssimazione, del resto, sono state gestite le finanze dell’ente. Per trasmettere un elenco dei residui bisogna appunto riaccertarli. Cosa che andava fatta al tempo in cui si giocava a mettere tappi di latta nel salvadanaio.
Qualcosa di vero, però, c’è. La macchina comunale non è a regime. Per cinque anni di malgoverno in cui non si sapeva chi faceva cosa. Abbiamo trovato personale deresponsabilizzato che lavora ancora con la carta nonostante ci siano strumenti moderni che altrove utilizzano da un decennio. E se ci vogliono due mesi per sottoscrivere un contratto di fornitura idrica è perché a nessuno è venuto in mente di adottare forme contrattuali che tutti ormai utilizziamo quotidianamente con i fornitori di energia elettrica, telefonica ecc. ovvero i contratti per adesione. Cosa che stiamo facendo noi per rendere più facile la vita ai cittadini e per evitare che un dirigente passi la giornata a mettere firme.
Quanto ai debiti cancellati, giusto per riprendere gli aggiornamenti, ad oggi siamo a 11 milioni di euro e quelli a cui corrisponde un’entrata anch’essa da cancellare sono una parte marginale. Abbiamo trovato in contabilità debiti del comune a cui non corrisponde un creditore, milioni di euro di debiti pagati e mai cancellati, risparmi conseguiti nelle gare che risultano dovuti anche se le ditte sono state integralmente soddisfatte, oneri del personale regolarmente versati ecc.. Ma di questo avremo modo di discutere a breve”.
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Per Giuseppe Pettina, Advisor del Consorzio Cassiopea, l’Aeroporto