Expo: Padiglione Italia, il concept guida del padiglione è “Vivaio Italia” – Editoriale

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di Marisa Mirabile

Ed eccoci al Padiglione Italia. Il concept guida del padiglione è “Vivaio Italia”, cioè la rappresentazione di uno spazio protetto che aiuta i progetti e i talenti italiani a germogliare, mentre “Orgoglio Italia” è il “vision statement” , cioè il front off dell’Italia nei confronti dell’opinione pubblica globale. Il percorso può essere sintetizzato in quattro messaggi che racchiudono un lungo lavoro di analisi cui hanno collaborato Censis, Aaster e le 20 Regioni italiane ( nella cartella stampa che hanno dato ai giornalisti, ne vengono richiamate 21: devo essermi persa qualche scissione!): potenza del saper fare, potenza della bellezza, potenza del limite, potenza del futuro.

In effetti, su 4 piani si sviluppa un percorso immersivo supportato da una scenografia molto coinvolgente. Il piano terra è dedicato all’arte contemporanea italiana che si confronta con il classicismo, soprattutto attraverso due sculture di figure femminili: la Jennifer Statuario, realizzata appositamente per l’Expo dell’artista italiana Vanessa Beecroft, la cui posizione a testa in giù del corpo, ricavato dal calco vero del corpo della sorella dell’artista, si contrappone alla statua di Hora, datata intorno al I sec. D.C e realizzata in marmo di Carrara. Il passato ed il futuro dialogano attraverso la figura della donna, nell’intenzione di ribadirne la centralità all’interno della società e della famiglia. Nell’esposizione anche un quadro di Guttuso, la Vucciria.
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Al primo piano, invece, si racconta il saper fare attraverso un’installazione di sculture futuriste raffiguranti uomini e donne che compongono una sorta di “tableau vivant”, impegnati a far conoscere la loro storia professionale con la reale voce dei protagonisti, registrata.
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La potenza della bellezza è tutta raccolta al secondo piano. Tre stanze le cui pareti sono degli enormi monitor. Paesaggi, architetture e dettagli di interni che vengono replicati visivamente grazie ad un sistema a specchi (riflessioni) e a tratti scomposti (caleidoscopio) per produrre una visione certamente originale e avvolgente.
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Protagonista del terzo piano è il messaggio “potenza del limite e potenza del futuro”. Attraverso 20 piccoli monitor, 20 intraprendenti giovani imprenditori italiani illustrano la loro capacità di trasformare un’illusione, in un’idea vincente. Una vasta aerea è dedicata alla biodiversità italiana: “Future seeding”. 20 piante, una per regione, per raccontare la straordinaria varietà floreale del nostro territorio.
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E così si esce dal Padiglione Italia e si ritorna sul Cardo, cioè la strada lungo cui si trova tutta l’area dedicata alla proposta italiana, punteggiata da mini aree espositive sponsorizzate da 20 regioni, e non 21 ( toccherà informare l’ufficio stampa del Padiglione Italia che la Lombardia ancora è un’unica regione), ognuna con un focus specifico sul patto uomo-cibo-territorio.
Alla fine del cardo, l’ “icona globale”: l’Albero della Vita, a sintesi del percorso concettuale del Padiglione. La struttura, con i suoi 37 metri di altezza e una circonferenza di 45 metri è stata pensata per essere una suggestiva rappresentazione scenica dello sforzo profuso dagli organizzatori dell’Expo. Uno spettacolo emotivamente e visivamente d’impatto, con giochi d’acqua, di luci e di colori danzanti sulle note di musica classica e moderna fino all’esplosione finale di spettacoli pirotecnici.

Tutto affascinante, ma l’Esposizione Universale ospitata dal primo maggio al 31 ottobre a Milano, non doveva essere il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione? Per sei mesi, la città di Meneghino non doveva trasformarsi in una vetrina mondiale in cui i Paesi avrebbero mostrato il meglio delle proprie tecnologie per garantire cibo sano, sicuro e sufficiente nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri? Un’area espositiva di 1,1 milioni di metri quadri, più di 140 Paesi e Organizzazioni internazionali coinvolti, oltre 20 milioni di visitatori, non avrebbero dovuto disegnare una organica piattaforma di confronto di idee e soluzioni condivise sul tema dell’alimentazione?
Avrò sbagliato quartiere!
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