Tindari: Il comico e cabarettista Manliò Dovì nei panni di un servo “ingannatore”

Manlio Dovì (2)

Manlio Dovì (2)Il comico e cabarettista Manliò Dovì nei panni di un servo “ingannatore”
“Pseudolus” di Plauto al Teatro Antico di Tindari
Un istrionico e “ingannatore” Manliò Dovì, nei panni di uno schiavo fedele e astuto, sarà il mattatore assoluto della commedia “Pseudolus”, prossimo appuntamento del Festival “Teatro dei Due Mari”, in scena mercoledì 19 agosto, ore 21.15, al Teatro Antico di Tindari.
Tratto dalla celebre opera di Plauto e diretto da Walter Manfrè, è uno spettacolo dal forte effetto comico che si sviluppa nel confronto/scontro tra il servo poeta organizzatore dell’intrigo, Pseudolo, e il perfido Ballione.
La trama narra delle mire di Calidoro, che vuole appropriarsi dell’amata cortigiana Fenicia, già promessa a un soldato macedone in cambio di venti mine. Per raggiungere il suo scopo interpella il fedele Pseudolo, il quale escogiterà mille stratagemmi per liberare la ragazza e coronare il sogno d’amore del padroncino.
L’opera, considerata una delle più riuscite del commediografo romano, fu composta e rappresentata per la prima volta in occasione dei Giochi Megalesi del 191 a. C. e contiene alcune delle caratteristiche principali della scherzosità plautina, come la presenza di elementi metateatrali e la funzione narrativa delle parti cantate, affidate per l’occasione all’estro di Giacomo Zumpano, autore delle musiche.
«In questa commedia – si legge nelle noti di regia – possiamo notare come Plauto si identifichi in maniera molto forte con Pseudolo, foto di scena pseudolus2l’unico personaggio a essere ben caratterizzato, a differenza degli altri attori che appaiono in scena solo per pochi istanti all’interno di un atto. Sono presenti infatti molti soliloqui del servo in cui è lo stesso autore a spiegare l’andamento della commedia, utilizzando queste parti per illustrare la propria poetica».
Grande protagonista dello spettacolo sarà l’attore e cabarettista palermitano Marco Dovì, perfettamente a suo agio in una commedia che, come nella migliore tradizione plautina, affida la propria comicità non a un’azione serrata ma piuttosto ai dialoghi, alla mimica, a ripetuti scambi di persona nonché alle beffe e a esilaranti giochi di parole.
Nato a Palermo nel 1964, Dovì debutta in tv nel 1986 partecipando alla trasmissione Fantastico, condotta da Pippo Baudo. L’anno successivo entra a far parte del Bagaglino e diviene noto al grande pubblico grazie alle sue indubbie doti di imitatore (fra le sue imitazioni più riuscite si ricordano quelle di Cossiga, Sgarbi e Fassino).
Siciliano come Dovì, ma originario di Messina, nella sua lunga carriera l’attore e regista Walter Manfrè ha messo in scena tantissimi spettacoli di successo dividendo le sue creazioni in due principali filoni: opere sul terreno della tradizione e messinscene all’insegna della sperimentazione. Fra i suoi lavori più importanti spicca La Confessione, che dal 1994 ad oggi è stata rappresentata nei palcoscenici più importanti di tutto il mondo.

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