Messina – Dopo il successo di pubblico e di critica ottenuto lo scorso aprile al Teatro Vittorio Emanuele dove lo spettacolo ha debuttato in prima nazionale, torna a grande richiesta a Messina “Lei e lei”, l’atto unico scritto e diretto da Giampiero Cicciò, anche interprete accanto a Federica De Cola (tra le più apprezzate attrici emergenti italiane di cinema, televisione e teatro).
La tragicomica pièce, in scena il 29 e il 30 luglio al Monte di Pietà (inizio ore 21:30, ingresso 10 euro) racconta di una Messina sconosciuta ai più che, attorno alla Stazione Centrale, prende vita ogni notte tra prostitute, transessuali, clienti, protettori, tossicodipendenti… Un estroso travestito (drag singer fallita) e una ragazza ombrosa e litigiosa (che svende il proprio corpo dopo aver tentato una carriera teatrale), si incontrano, si confidano, si fanno compagnia, si confrontano tra aspre schermaglie e slanci d’affetto svelando il loro mondo ai margini (le cui dinamiche non differiscono poi molto dal “mondo del giorno”).
Prodotto dal Teatro di Messina, lo spettacolo sarà in tournée nella prossima stagione teatrale (Milano, Palermo, Firenze, Roma…) e si avvale di un cast interamente messinese: scene e costumi di Francesca Cannavò, disegno luci di Renzo Di Chio, di Fausto Cicciò sono l’elaborazione musicale e la collaborazione alla drammaturgia. Assistente alla regia Veronica Zito, foto di scena Gianmarco Vetrano.
Lo spettacolo
Tre notti: Natale, Capodanno, Epifania. Un universo sommerso e sconosciuto ai più, col buio prende vita in una piazza di Messina. Un anziano travestito siciliano (drag singer fallita) e una giovane romana ombrosa e litigiosa che svende il proprio corpo dopo aver tentato una carriera teatrale, si confidano, si fanno compagnia, si confrontano tra aspre schermaglie e slanci d’affetto svelando il loro mondo ai margini. Lui, anche ex tanguero con talento, tra racconti di vita esilaranti e tragici al tempo stesso, tra visionarie percezioni del mondo (che trasformano una fermata dell’autobus in un palcoscenico e un alto lampione nell’aldilà), trasmetterà alla ragazza, attraverso il ballo e, soprattutto, attraverso la capacità di fantasticare che tutto trasforma, una gioia di vivere a lei sconosciuta e, infine, la bellezza di quella femminilità che la giovane non ha ancora imparato a esprimere, a curare, e che per il travestito è stata la causa dell’esclusione dal mondo del “giorno”.