Gli antichi greci non scrivevano necrologi. Si ponevano una sola domanda alla morte di un uomo…” Era capace di passione?” È rimasto aggrappato alla convinzione che la vita non sia una mera sequela di insignificanti incidenti o coincidenze, ma piuttosto una trama di eventi culminanti in un piano squisito sublime. Se vogliamo vivere in armonia con l’universo, dobbiamo possedere una fede incrollabile in quello che gli antichi chiamavano fato. Equivalente all’odierno destino.
Al marito, al papà, al fratello, al cittadino che non ha avuto paura di affrontare un lungo viaggio con tantissima dignità e coraggio.
I figli