Per riuscire ad entrare dentro il pianeta “ Turismo “, occorre un’ adeguata conoscenza dello stesso e, come attraverso tecniche di intervento si può migliorare il Panorama Turistico. Non mi riferisco a quello reale che è di per sè carico di tante prerogative, grazie a madre natura, che ha voluto ampiamente, sotto questo aspetto, privilegiarci. Questo, assieme ai rinomati tramonti è già un buon biglietto da visita, ma ahinoi, non è sufficiente per la PROMOZIONE in toto del nostro territorio. Quest’ultima verifica esige un controllo proprio perchè lo dobbiamo riempire con tutte le nostre specificità, che sono tante e di effetto. Ovviamente questo biglietto da visita va indirizzato alle categorie preminenti del Turismo, che sono molteplici, suddivise in: Turismo fieristico, scolastico, congressuale ed anche religioso, tenendo conto che abbiamo una delle mete di pellegrinaggio molto ambita: Tindari. Ma non dimentichiamo il Turismo fai da te. Volendo continuare a puntare sul Turismo come risorsa economica, occorre focalizzare gli sforzi sull’erogazione dei servizi turistici, capaci di valorizzare la qualità ambientale come fattore di competitività sul mercato.Si parla in questi casi di “ Turismo Sostenibile “, mirato a garantire la redditività del territorio di una località turistica in prospettiva di lungo periodo con obiettivi di compatibilità ecologica, socio-culturale ed economica. Forse siamo davvero alla frutta. Subiamo la concorrenza di altri paesi che hanno prezzi competitivi. Siamo in piena crisi economica.
Ma non per questo, a mio umile avviso, dobbiamo mollare la presa.
Dobbiamo puntare sulla qualità dei servizi che in un paese turistico sono preminenti e sono regolati da un’ immagine molto imponente, cura del luogo e abbellimento dello stesso. Non devono mai mancare cortesia e competenza, che nasce sul campo e questa la si ottiene con abnegazioni, sforzi e con adeguati confronti.
L’attenzione va posta su sistemi internazionali, se vogliamo. Uno fra questi è l’aggiornamento dei menù, che devono essere necessariamente bilingue, per permettere sia all’indigeno che al turista, nonchè al passante, di avere e di poter scegliere senza confusione di sorta. ( Piccola ma efficiente proposta )
I servizi ovviamente non sono limitati solo a questo. Dovremmo attenerci a tutte le modifiche vigenti, utilizzando il piano decoro, il piano spiaggia, la cura dell’arredo urbano e la costante manutenzione di quel turismo balneare che non vuole cessare di esistere.
Oltre a questi, fondamentale per l’esistenza e per la sopravvivenza dignitosa del Turismo, vi è la gastronomia; per Gioiosa attestata nota di vanto. Da noi l’arte culinaria non si improvvisa, si offre al turista come qualcosa di personale ed è punta di eccellenza. I ristoratori locali guardano davvero oltre, creando e deliziando con gusto e sapore. Ed in virtù di questo gli orizzonti si allargano, creando appunto nuove ricette che sono parte integrante della nostra storia, delle nostre tradizioni, pertanto della nostra cultura.
Ricette che inducono chiunque guardi la stuzzicante pubblicità a soffermarsi a Gioiosa.
Una ricetta che ha fatto tanto clamore, assolutamente da gustare, in quanto novità assoluta e introvabile in altro loco è il primo piatto ”Il Murgo”.
Nasce da sapienti mani e dall’abilità dei nostri eccellenti ristoratori di trasformare in gusto la nostra tradizione, che fa riferimento alla maschera carnascialesca, così da ampliare in altri comparti la nostra identità. Il Turismo generalmente è capeggiato da un ottimo Assessore al ramo e quando questo non è del settore, necessariamente il testimone bisogna passarlo ad un esperto. Esperto all’avanguardia, cosa che il territorio locale si pregia di avere. Esso nasce in collaborazione fra tutti. Con le forze preminenti. Primi gli operatori del commercio, che dal Turismo fruiscono i vantaggi maggiori. E l’ Amministrazione Comunale deve essere sempre in “ agguato”, facendo una costante indagine sul territorio e porre l’attenzione anche sulle zone antiche, che raccontano la nostra storia, che ci dicono sottovoce da dove veniamo e come siamo cresciuti. Qualcosa da raccontare e da offrire al Turista, perché il riutilizzo di zone quasi “ dismesse”, possono diventare zone dal valore unico, come ad esempio “ Il Borgo Marinaro “ e tutte o le tante stradine, vicoletti e viottoli interni.
Perché non si può vivere solo di ricordi…! Gioiosa Marea non è stata denominata erroneamente “ La Perla del Tirreno “, ma dobbiamo venderla questa “Perla“ , fare soprattutto vendite promozionali, vendere così i nostri prodotti, in senso metaforico, vendere la nostra spiaggia, il nostro mare, i nostri tramonti, unici al mondo, il nostro paesaggio, la nostra cortesia ed i nostri impareggiabili servizi,qualora venissero ripristinati, nonché l’arte culinaria. Le nostre ricette che sono un richiamo. Gli eventi e gli avvenimenti. Anche il nostro essere stati antesignani. I nostri siti archeologici e quelli geologici. E poi la fantasia diventa il motore per innovare l’esistente, perchè la strategia migliore l’abbiamo sottomano. Allora perché non utilizzarla? Pensiamo intanto ad adibire questa tanto acclarata “ Perla del Tirreno “. Trasformiamo il nostro bel Canapè-Lungomare in un salotto fiorito: Gioiosa Giardino. Bellezza del luogo. Risolleviamola da questo torpore.
Questo il mio GRIDO.
Ho voluto soprattutto porre l’attenzione alle priorità. Di priorità recenti e condivise. Di essenzialità. Perché lavorando su quello che esiste oggi possiamo migliorare il nostro “ Domani Turistico “. E se il sopraddetto per alcuni è retorica, per altri è progettualità. E questo è già un buon punto di partenza!
Giuliana Scaffidi