Il 12 Marzo 2015 al Teatro “Beniamino Joppolo” è andata in scena, nell’ambito della stagione teatrale “Caustica” diretta da Anna Ricciardi, la pièce pirandelliana “Non si sa come”, che ha avuto come regista e protagonista principale Pino Caruso (nel ruolo di Romeo Daddi).
L’attore palermitano è stato affiancato sul palco da Giusi Cataldo (attrice lanciata da Carlo Verdone e noto volto della soap “Centovetrine”, qui nel ruolo della moglie di Romeo, Bice), Alessio Di Clemente (anche lui notissimo presso il pubblico televisivo e non, qui nel ruolo di Giorgio Vanzi), Emanuela Muni (nel ruolo della moglie di Giorgio, Ginevra) e Roberto Burgio (nel ruolo di Nicola Respi).
La scenografia dello spettacolo, geometrica e regolare, è stata invece curata da Enzo Venezia, così realizzata allo scopo di porla in risaltante contrasto con le irregolarità della mente umana, oggetto della trama ‘psicanalitica’ della rappresentazione. Insieme a questo sagace accorgimento scenografico, hanno inoltre aggiunto un forte valore simbolico il particolare gioco di luci e la discesa dall’alto, durante una delle scene clou della vicenda, di una luna rimasta sospesa a metà: del tutto somigliante a un masso ingombrante come un peso sulla coscienza dei protagonisti in scena, il rumore delle carrucole per calarla giù è diventato esso stesso effetto acustico, simulazione di voci perse in un passato dimenticato e improvvisamente ritornato alla mente di Romeo Daddi.
Nonostante la complessità di fondo del tema (tutti possiamo renderci inconsapevolmente protagonisti di azioni che solitamente riterremmo impensabili), lo spettacolo è scivolato piacevolmente fra un atto e l’altro, condotto magistralmente dalla recitazione impeccabile dei suoi attori.
Certamente, la scorrevolezza è stata agevolata anche dagli accorgimenti apportati sul testo che, come ha dichiarato Pino Caruso nell’intervista a noi rilasciata e che riportiamo insieme all’articolo, è stato da lui stesso riscritto e riadattato in chiave contemporanea, seppur nel rispetto dell’originale pirandelliano.
La stesura del dramma “Non si sa come” risale infatti al 1934, e Luigi Pirandello ne mutuò la trama dalle sue novelle Nel gorgo (1913), La realtà del sogno (1914) e Cinci (1932). Si tratta di un’opera particolare che, partendo dalla psicanalisi, il cui astro vedeva maggior luce proprio in quegli anni, si volge ad indagare i mille contrasti dell’animo umano (leitmotiv del resto tipico dello scrittore agrigentino).
Al termine della rappresentazione, dopo i saluti di rito della Compagnia, Pino Caruso ha voluto rivolgere alcune parole agli spettatori presenti in sala, soffermandosi brevemente sul valore del teatro e della cultura e senza dimenticare la verve comica che lo ha reso celebre.
Caruso, sebbene abbia esordito (proprio con un’altra opera di Pirandello, “Il giuoco delle parti”) come attore nel 1957, e pur essendo approdato successivamente anche al cabaret, alla televisione, alla radio e persino al doppiaggio, preferisce definirsi scrittore, prima che attore. È infatti autore di diversi libri di successo, l’ultimo dei quali dal titolo “Appartengo a una generazione che deve ancora nascere” (RaiEri, 2014), una raccolta di aforismi che intende gettare un severo sguardo comico sulla nostra realtà attuale.
Maria Ilenia Crifò Ceraolo