IL CULTO DI SAN NICOLA A GIOIOSA MAREA: IERI, OGGI, DUE ANNI FA.

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Foto di Maria Ilenia Crifò Ceraolo

Sono già trascorsi due anni dalla prima presentazione del mio libro, Il Culto di San Nicola a Gioiosa Marea (Armando Siciliano Editore, 2012). Era il 6 dicembre 2012, giorno della ricorrenza di San Nicola, per l’appunto.

Il 6 Dicembre, infatti, indica convenzionalmente il giorno della morte di San Nicola, ma anche giorno della sua rinascita a una nuova vita: la Vita Celeste.

In realtà, questa data affonda le radici in un’antichità più recondita, quella delle Feste Poseidonie greche che sancivano la fine del periodo propizio alla navigazione, essendo prossima la stagione invernale.
Una tale corrispondenza di date ci fa dunque supporre che San Nicola sia stato considerato, con l’avvento del Cristianesimo, una sorta di corrispettivo cristiano del dio pagano Poseidone, poiché entrambi ritenuti, seppur in contesti socio-religiosi differenti, custodi del mare.
Tanti i miracoli di San Nicola, già durante la sua vita.

Foto di Egidio Marziano
Foto di Egidio Marziano

Vescovo di Myra, si è conquistato l’appellativo di ‘San Nicola di Bari’, non per una sua permanenza in quella città, ma perché le sue reliquie vennero lì portate nel 1087, dopo essere state trafugate dal loro sepolcro myrese ad opera di alcuni marinai baresi. Da allora, San Nicola è divenuto protettore per antonomasia della città pugliese.
La proverbiale magnanimità di San Nicola, secondo la leggenda, salvò dall’indigenza pure la comunità di Gioiosa, colpita da una grave carestia quando si trovava ancora sul Monte Meliuso.
Fu proprio per via di ciò, pare, che i gioiosani ‘adottarono’ il Santo Vescovo come loro protettore, festeggiandolo non soltanto il 6 Dicembre, ma anche otto giorni dopo la Pasqua, in ricordo del giorno in cui la sua statua venne trasportata dall’insediamento di Gioiosa Guardia a quello nuovo di Gioiosa Marea.

Foto di Egidio Marziano
Foto di Egidio Marziano

Di tutto questo e di altro, mi sono occupata nel mio libro che, nonostante il titolo possa trarre in inganno, non è tanto un libro religioso, quanto un libro storico-antropologico.
Sono grata all’attuale Amministrazione Comunale e a Padre Danzì per aver fatto in modo che il mio testo potesse essere pubblicato. Mi rammarica però un po’ che il giorno di quella presentazione di cui accennavo poc’anzi, non molti cittadini gioiosani siano stati presenti.
Forse colpa delle pessime condizioni meteorologiche. O forse della scarsa risonanza data all’evento. O magari sarà stato perché spesso le presentazioni dei libri vengono considerate noiose o poco interessanti. Non saprei.
Tuttavia, in questo specifico caso, non si trattava di una semplice presentazione, ma della condivisione di un lavoro di studi durato anni (il mio) e fatto certamente anche a beneficio della comunità.
Ad ogni modo so che tanti, pur non essendo stati presenti in quell’occasione, hanno saputo in seguito apprezzare quant’ho scritto, e di questo li ringrazio.
Altri ancora hanno recuperato poi, nella presentazione organizzata a San Giorgio, di concerto con la locale pro loco, a testimonianza del fatto che, se si vuole, Gioiosa e San Giorgio possono anche non essere così divise.
Spero di non aver offeso nessuno con le mie parole, ma questo pensiero lo avevo nel cuore da tempo e sentivo di esternarlo. Non dimentico comunque tutti i gioiosani, e non solo, che mi hanno supportato durante il viaggio verso questo libro e quanti, quel 6 dicembre 2012, hanno condiviso con me l’emozione della ‘Prima’, compreso Nino Mirabile, oggi mio collega e compagno in questa nuova avventura di Gioiosatoday insieme ad Alessio, Giuliana e Marcello.

Maria Ilenia Crifò Ceraolo

copertina maria ilenia

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