MICHELE PRESTIPINO: C’È UN GIOIOSANO DIETRO L’OPERAZIONE “TERRA DI MEZZO” CHE HA SVELATO GLI INTRECCI TRA TERRORISTI, MAFIOSI E POLITICI A ROMA
Roma, 03/12/2014 – C’è un gioiosano di Gioiosa Marea, il dott. Miche Prestipino, dietro l’operazione senza precedenti che ha tolto il coperchio su decenni di affari e malavita a Roma “capitale”, nel senso del capitale economico, delle montagne di denaro in gioco nella vicenda. Il dott. Miche Prestipino è procuratore aggiunto a Roma, il plenum del Csm gli ha conferito il nuovo incarico all’unanimità; è tornato così a fare nuovamente il “vice” del procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, già assieme nell’ufficio requirente di Reggio Calabria.
Assieme al dott. Pignatone , il procuratore aggiunto Prestipino ha spalancato le porte su un giro mafioso-terroristico, che coinvolge terroristi, politici, imprenditori e istituzioni, entrando direttamente nelle segrete stanze della politica.
La procura di Roma (l’indagine è coordinata dai pubblici ministeri, Luca Tescaroli, Paolo Ielo e Giuseppe Cascini) ha fatto luce su anni di malaffare, intrecci illegali e faccendieri mafiosi con decine di arresti, 37 persone indagate e 200 milioni di euro sequestrati.
Tra i nomi ‘pesanti’ coinvolti, Massimo Carminati, ex della banda della Magliana, e lo stesso ex sindaco capitolino Gianni Alemanno, ora sospeso da Fli.
I carabinieri hanno eseguito, nelle province di Roma, Latina e Viterbo, un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 37 persone accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e altri reati.
“Al centro delle indagini del Ros, un sodalizio mafioso da anni radicato nella Capitale – spiega una nota – e facente capo all’ex terrorista dei Nar, Massimo Carminati”. Il gruppo, secondo quanto affermano i carabinieri, avrebbe “diffuse infiltrazioni nel tessuto imprenditoriale, politico ed istituzionale. Documentato un ramificato sistema corruttivo finalizzato ad ottenere l’assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici dal comune di Roma e dalle aziende municipalizzate, con interessi anche nella gestione dei centri di accoglienza degli immigrati”.
Tra le persone arrestate figurano pure l’ex amministratore delegato dell’Ente Eur, Riccardo Mancini e l’ex terrorista dei Nar, Massimo Carminati. Gli arresti di martedì scorso sono solo l’ultimo passo dell’operazione “Terra di mezzo”, indagine avviata nel 2010, che ha permesso di ricostruire la trama presunta e gli intrecci tra terroristi, mafiosi e politici.
Fra gli indagati – come già detto – c’è pure c’è l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno: la sua abitazione è stata perquisita.
Michele Prestipino, nato a Gioiosa Marea (Messina) il 18 febbraio 1957, è il magistrato della Procura antimafia di Palermo che assieme alla collega Marzia Sabella e al Procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone, ha fatto arrestare Bernardo Provenzano, l’11 aprile del 2006, dopo 40 anni di latitanza.
Michele Prestipino, già sostituto procuratore all’Antimafia di Palermo, una vita sotto scorta, con l’allora procuratore-capo Piero Grasso seguì indagini assai scottanti, tra cui quella sullo “scandalo delle «talpe» in Procura, le indagini sulle connessioni tra mafia, politica e sanità. Prestipino fu tra i primi (o il primo) ad ammettere la costituzione come parte civile di associazioni di tutela del patrimonio artistico e ambientale, come Italia Nostra e WWF. Anche questo fa capire a quali connessioni Prestipino abbia dato seguito e peso, avendo bene intuito il ‘nuovo e raffinato’ corse della mafia della ‘Bibbia’, dei pizzini, delle opere sacre e d’arte. Prestipino è autore del volume “Il Codice Provenzano, con il giornalista Salvo Palazzolo.